
Marcello Polverini, imprenditore agricolo di Sansepolcro che da sempre segue con interesse la vicenda
di Claudio Roselli
"Va bene l’accordo fra le Regioni Toscana e Umbria per la gestione delle risorse idriche della diga di Montedoglio, ma ricordiamoci della Valtiberina e soprattutto della priorità che ad essa spetta a livello di interventi". Chi parla è Marcello Polverini, imprenditore agricolo che da sempre segue con interesse la vicenda, anche per essere stato il referente locale del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno. "A suo tempo, la Regione Toscana si rese disponibile per il completamento del piano irriguo nella parte mancante del nostro territorio – fa notare Polverini – che è quella compresa fra l’asse della statale Senese Aretina e il confine con l’Umbria; in altre parole, la zona di Gricignano, ricca di coltivazioni, ma vi sono anche altre sporadiche fette ancora non raggiunte. Nell’accordo definito a Castiglione del Lago si è parlato di ultimazione del distretto irriguo a Foiano della Chiana e di realizzazione del distretto a Montepulciano; ebbene, voglio ribadire all’assessore Stefania Saccardi che davanti ci siamo noi". Altri due aspetti vengono toccati da Polverini.
"Abbiamo chiesto l’ampliamento del consiglio di amministrazione di Ente Acque Umbre Toscane da tre a cinque membri per aggiungerne uno della Valtiberina Toscana e uno dell’Altotevere Umbro. Entrambe le Regioni si sono già mosse e l’Umbria lo ha fatto dopo il ritorno del centrosinistra al suo governo; spero che ora il Ministero provveda a dare l’ok alla relativa modifica da apportare nello statuto di Eaut. In terzo luogo, ci troviamo davanti a una situazione particolare: la rete irrigua di Montedoglio è gestita dall’Unione dei Comuni della Valtiberina, che però non può attingere a finanziamenti, al contrario del Consorzio di Bonifica. O allora l’Unione cede questa gestione al consorzio, oppure occorrerà prendere un qualche provvedimento".
Dura la posizione in sede di commento tenuta dal Comune di Pieve Santo Stefano, nel cui territorio ricade la stragrande maggioranza della superficie dell’invaso. Diversi i punti interrogativi messi sul piatto, dal momento che – si legge – non sembrano esservi ristori per il territorio, né investimenti a monte, né garanzie per le popolazioni (visto che si parla di vendita di 135 milioni di metri cubi), né soluzioni per i problemi di interrimento nella parte nord e per i dissesti a monte e attorno al lago per ciò che riguarda le strade. Non vi è uno studio per le briglie a monte del lago, che evidenziano carenza di manutenzione, per cui – conclude l’amministrazione pievana "non crediamo che la Valtiberina possa accettare supinamente accordi sopra le proprie teste".