
Aveva piazzato la fototrappola nel terreno dietro casa per immortalare il passaggio di cinghiali, volpi e caprioli, ma di certo non si aspettava di vedere apparire sul display del telefono cellulare l’immagine nitida e inequivocabile di un lupo. L’episodio risale ai giorni scorsi ed è avvenuto alle porte dell’abitato di Cavriglia, suscitando la sorpresa del proprietario del fondo, peraltro un esperto conoscitore della fauna e della flora locali. E proprio spinto da questa passione per l’ambiente che lo circonda, il cavrigliese ha deciso di dotarsi dell’apparecchiatura fotografica corredata di sensori di movimento in grado di catturare le immagini e grazie a un’applicazione di trasferirle su uno smartphone. Appena si è fatto buio il telefonino ha iniziato a restituire gli scatti di alcuni cinghiali, presenza abituale ormai non solo da quelle parti, e a seguire è arrivata la notifica di un ospite ben diverso, appunto quella del predatore a pochi metri dall’abitazione che si trova in una zona residenziale del capoluogo dell’ex bacino minerario. Il fatto ha più incuriosito che preoccupato il valdarnese, paladino della natura e convinto assertore della non pericolosità per l’uomo dei lupi, ma ben presto è diventato un "casus belli" sui social dove si è acceso un dibattito tra chi chiede interventi per scongiurare qualunque rischio e quanti si pongono sulla stessa linea del titolare dell’occhio elettronico digitale. Un dato però è sicuro: si allunga la lista degli avvistamenti nel comprensorio, specie nella fascia collinare alle pendici del Pratomagno e nella Valdambra. Qui i cosiddetti "carnivori vaganti", muovendosi in solitudine o in branco, hanno assaltato greggi di ovini negli allevamenti e ucciso pecore, capre e di recente anche un cane da pastore che aveva tentato di opporsi all’incursione con danni ingenti per le aziende agricole.