GAIA PAPI
Cronaca

“Non so più cosa dirgli”. Marius bloccato in casa. L’appello della sorella

Da domani la Croce Rossa andrà a prendere Mario per accompagnarlo al centro diurno. Ascensore guasto da settimane nel palazzo popolare del ragazzo disabile. Croce Rossa in aiuto, ma la ditta non risponde. Raffaelli: “Inaccettabile”

Diana è la sorella di Mario, 32 anni, affetto da idrocefalo con invalidità al 100%

Diana è la sorella di Mario, 32 anni, affetto da idrocefalo con invalidità al 100%

Arezzo, 2 luglio 2025 – Dal 6 giugno Marius 32 anni, affetto da idrocefalo e con invalidità al 100%, è bloccato nel suo appartamento in piazza San Gemignano ad Arezzo. L’ascensore si è rotto quasi un mese fa e da allora lui, che si muove solo in carrozzina, non è più potuto uscire. “Marius vive per il suo centro diurno, per i suoi amici, per le attività che fa. Ora guarda tutti uscire, me, mia mamma, mia figlia, e si sente abbandonato. È diventato nervoso, chiuso, non capisce perché non può uscire. E noi non sappiamo più come spiegarglielo”. E’ Diana a parlare, la sorella di Mario, affetto da una grave disabilità che lo costringe a muoversi in carrozzina e gattonare in casa. Vive con lui, la loro madre e una bambina di 1 anno e mezzo in un appartamento al secondo piano di una casa popolare. L’odissea è iniziata il 6 giugno, quando l’ascensore si è fermato a causa della rottura delle funi. Dopo l’emergenza, i tecnici hanno montato un’impalcatura per mettere in sicurezza l’area; poi la scoperta che il pannello di controllo non regge il peso previsto e questo ha complicato ulteriormente la riparazione. La sorella Diana racconta: “Non è la prima volta che succede, anni fa restammo tre mesi senza servoscala. Ma adesso è peggio”.

Arezzo Casa, che gestisce l’immobile, interviene nella voce ferma del direttore Fabrizio Raffaelli: “E’ inaccettabile. Il guasto ci è stato segnalato il 9 giugno. Da subito ci siamo mossi: in un giorno abbiamo fatto montare un ponteggio per permettere alla ditta di intervenire. Ma una volta sostituite le funi, è emerso un nuovo problema: l’ascensore non regge più di 150 chili. Non è sicuro. Il pannello di controllo va cambiato, ma la ditta incaricata ha smesso di rispondere. Non rispondono a mail, Pec, telefonate. Abbiamo avviato una diffida e procederemo per vie legali. Ma anche noi, come la famiglia, siamo bloccati. È inaccettabile”. Nel palazzo vivono altre due persone fragili: un non vedente, una donna in cura oncologica. “Qui non si tratta solo di manutenzione – dice Diana – si tratta di dignità. Non chiediamo miracoli. Solo di poter vivere”.

E nel pomeriggio, ieri, è arrivato anche la ferma reazione della vicesindaco Lucia Tanti: “Ci sono circostanze che nemmeno una realtà privata può ignorare e la prima è quella di avere attenzione per una persona con disabilità. Se una azienda, anche privata, specialmente in collaborazione con un ente pubblico, crea - senza ragione alcuna - un disservizio ad un cittadino in difficoltà, ci troverà sempre come “nemici” e sempre dall’altra parte della barricata. Nonostante l’impegno e le sollecitazioni di Arezzo Casa e il supporto della Croce Rossa Italiana - Comitato di Arezzo, la ditta referente non è stata ancora in grado di sistemare l’ascensore, né ha prodotto valide motivazioni. Questa inerzia non è tollerabile e per questo siamo in procinto di rescindere il contratto per gravi inadempienze”. Intanto ieri in serata una bella notizia: da domani la Croce Rossa tutti i giorni andrà a prendere Mario per accompagnarlo al centro diurno.