
Sono andati a funghi facendosi guidare dalle nuove app di intelligenza artificiale e invece sono finiti all’ospedale. Pensavano fosse il...
Sono andati a funghi facendosi guidare dalle nuove app di intelligenza artificiale e invece sono finiti all’ospedale. Pensavano fosse il fungo del galletto – il finferlo, o il gallinaccio, a seconda della vallata il nome cambia – e invece era quello dell’ulivo. Tutti intossicati. Si chiama così perché questo tipo di fungo nasce sotto le piante dell’ulivo; l’aspetto è simile agli altri, deliziosi in cucina ma se messo nel piatto si rivela deleterio. I nuovi casi sono in Valdarno, quattro solo ieri, ma nell’anno su tredici intossicati complessivi in provincia di Arezzo, ben 8 derivano dall’Omphalotus olearius, proprio quello che nasce sotto le piante delle piante tipiche delle nostre terre. Ma non solo. Tra chi è finito all’ospedale anche chi ha cucinato male i pioppini: troppo poco il fungo è rimasto in padella e quindi il cuoco improvvisato ha dovuto chiamare il 118 mostrando la fotografia di quello che aveva mangiato al pronto soccorso. La diagnosi è arrivata subito. I sintomi? Diarrea, vomito entro le sei ore ma i "postumi" dipendono da fungo a fungo. Il fungo dell’olivo inizia a dare i segnali dell’intossicazione dopo due ore; altri anche dopo 10 giorni.
Alcuni provocano anche sintomi neurologici, in alcuni casi la situazione cambia e può diventare ben più grave se si ha problemi di rene, oppure si è una persona immunodepressa o è in chemioterapia. Anche i bambini sotto i 12 anni rischiano se intossicati, il consiglio è di tenerli lontani dai funghi. Il 2025 è stato però tutto sommato una buona annata: a Grosseto solo un caso, mentre a Siena solo 5. Solo qui ad Arezzo l’exploit, il triplo con Valdarno e Valtiberina le vallate più colpite. Anno scorso fu peggio però e di intossicati se ne registrarono ben 36. Il consiglio della dottoressa Daniela Donati, micologa e tecnico della prevenzione dell’Asl Tse, è la soluzione più semplice: andare allo sportello micologico che è presente in tutte le vallate, Arezzo compreso. "Le persone sono rimaste in osservazione al pronto soccorso, non ci sono stati ricoveri ma i fragili sono quelli che rischiano di più, occorre fare molta attenzione e rivolgersi sempre agli esperti". In alcuni casi sono anche letali.
Luca Amodio