GAIA PAPI
Cronaca

L’odissea delle barriere per disabili. Viaggio tra gli ostacoli con Matteo

Dopo la storia dei turisti costretti ad andarsene perché le scale mobili speciali sono inutilizzabili di sabato il nostro lettore Giustini ci accompagna con la sua carrozzina nei punti più complicati del centro storico.

"È stato come ricevere una porta in faccia". La stagione turistica estiva ad Arezzo si è chiusa con l’amaro in bocca. Con la disavventura di una famiglia abruzzese in vacanza che non è riuscita a visitare la città. Un taxi che ha impiegato circa mezzora prima di arrivare dalla famiglia, e addio il giro in centro. Un problema con cui da tempo, moltissimo tempo, convive chi su una sedia a rotelle vive e lo fa ad Arezzo. È il caso di Matteo Giustini fortunatamente dotato di un mezzo elettrico, "Altrimenti molti punti della città sarebbero irraggiungibili per me" spiega. Partiamo dal cuore di Arezzo, da Corso Italia. "La difficoltà, insieme alla pendenza della strada elemento sul quale, ovviamente, non è possibile agire, è determinata da un lastricato in condizioni pessime. I lastroni sconnessi creano buche e gradini, ostacoli giganti per una carrozzina. Nella stessa condizione la strada che porta verso Porta San Lorentino. Una via che con una carrozzina manuale è praticamente impossibile da percorrere" continua Matteo.

"E quindi come fare? Chi ha un’auto dotata di permesso, utilizzare quella. Ma a quel punto sopraggiunge un altro problema, quello dei parcheggi che da quelle parte scarseggiano". Altra nota dolente: le scale mobili. "E’ una vita che sono in quelle condizioni, mai viste funzionare".

Ci spostiamo verso zona porta Sant’Andrea e zona Trento Trieste. "Il degrado dei marciapiedi e delle strade è disarmante". "In zona Guadagnoli? Lì il problema strade va a sommarsi all’inciviltà della gente nel parcheggiare abusivamente.

Un problema, diciamoci la verità, che esiste un po’ ovunque in città. Auto in prossimità di scivoli, auto sui marciapiedi, auto nelle fermate degli autobus. Più volte ho fatto presente il problema all’automobilista del momento e invece delle scuse ho ricevuto brutte parole. Ho deciso quindi di non dire più niente a nessuno, ma il disagio è grande".

Nessuno si mette più nei panni dell’altro, eppure basterebbe passare qualche minuto a sedere là, su quella sedia, per capire, o forse basterebbe solo un po’ più di attenzione ed empatia verso l’altro. Ma tant’è. Mezzi che diventano vere barriere architettoniche. Una problematica che ultimamente è andato peggiorando, perché? A intralciare ulteriormente i percorsi ci sono adesso anche i monopattini, "Sono abbandonati ovunque, anche nel mezzo dei marciapiedi. A quel punto sono costretto a scendere in strada, non esattamente una manovra sicura. Un problema in cui incappo dalle 10 alle 15 volte al giorno. Anche in questo caso mi sono arreso, non segnalo e non dico più niente" continua Matteo.

E poi i fantomatici gradini all’ingresso dei negozi. "E’ un problema grosso che va a cozzare con l’esigenza, la volontà, di vivere autonomamente la città. Su dieci negozi, forse in due posso entrare tranquillamente. Nelle farmacie, nelle macellerie, nei forni soprattutto in centro, sono costretto ad affacciarmi alla porta, ordinare quello che voglio e farmelo portare sul marciapiede". Una odissea con cui disabili, turisti o no, si trovano a convivere. Chi c’è abituato, come Matteo, con amarezza si è arreso. "Per anni ho segnalato a chi di dovere o ho fatto presente a chi veniva meno alle norme, anche di civiltà. Ma niente è servito, anzi" E poi c’è chi arriva nella città della musica con le più alte aspettative e si deve scontrare con la dura realtà.