
di Claudio Santori
Il Guidoneum è il gioiello della cornice del Polifonico: inventato da Francesco Luisi, è stato ereditato da Lorenzo Donati che lo ha ampliato e istituzionalizzato, tanto che costituisce il cuore anche di questa edizione del Polifonico trasformato in Festival. È toccato alla freschezza del concerto del Jeune Choeur del Conservatorio di Rouen fornire, ieri sera, l’antipasto del convivio musicale che entra nel vivo stasera in San Michele con uno dei più qualificati complessi votati alla musica antica: l’Ensamble Lucidarium, sei specialisti che si esibiscono con un ricco repertorio dei secoli undicesimo e dodicesimo con strumenti antichi quali liuto, flauti, guitterne, viella, salterio e percussioni. Il ricco programma offre l’occasione di ascoltare compositori come Folchetto di Marsiglia, il Re di Navarra, Bernart de Ventadorn , Walther von der Wogelweide e l’Anonimo della Crociata del 1146. Sono i primi nomi che lo studente di storia della musica impara senza poterne verificare in concreto la produzione.
Un’occasione dunque imperdibile perché consente di andare alle radici della musica occidentale che il perfezionamento della scrittura musicale operato da Guido d’Arezzo ha fatto arrivare fino a noi. Da sottolineare in particolare la canzone ’Tan m’abellis l’amoros pensamen’ di quel Folchetto di Marsiglia citato ds Dante nel De vulgari eloquentia.
Ma questa apertura del Festival presenta anche una prima sorpresa per il pubblico giovane: sempre stasera,alle 23 alla Clandestina, Sara Calvanelli guiderà il pubblico in un viaggio tra le melodie popolari di tutto il mondo, accompagnandosi con la fisarmonica.