REDAZIONE AREZZO

Lingua staccata con un morso dall’ex fidanzato, parla la giovane: “Grazie a chi mi ha curata”

La 29enne sottolinea la professionalità e competenza dimostrate durante la sua degenza all’ospedale San Donato: “È raro sentirsi così ascoltati e compresa”, ha detto riferendosi ad alcuni medici

Polizia durante i controlli nella centralissima piazza Guido Monaco

Polizia durante i controlli nella centralissima piazza Guido Monaco

Arezzo, 29 giugno 2025 – “Mi sono sentita davvero a casa”. Sono parole semplici ma potentissime, quelle scritte da R. S., 29 anni, in un post affidato a Facebook a pochi giorni dal brutale episodio che l’ha vista, suo malgrado, protagonista. Nella notte tra sabato 14 e domenica 15 giugno, nella centralissima piazza Guido Monaco, la giovane donna è stata ferita gravemente dall’ex compagno, un uomo di 30 anni, italiano, già noto alle forze dell’ordine. I due stavano discutendo animatamente quando, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo ha tentato di baciarla e le ha staccato con un morso una parte della lingua. Poi ha provato a fuggire, dileguandosi tra le vie del centro. A soccorrerla sono stati i gestori di un locale vicino, che hanno subito chiamato i soccorsi.

Le parole di R. commuovono, perché nascono da un dolore ancora vivo, ma parlano di riconoscenza, di mani tese, di professionalità e calore umano. Un sentimento rivolto ai medici, agli infermieri, a tutto il personale dell’ospedale San Donato, in particolare al reparto di Otorinolaringoiatria, dove la giovane è stata ricoverata d’urgenza e sottoposta a un delicato intervento chirurgico.

“Desidero esprimere la mia più sincera gratitudine per la professionalità, la competenza e l’umanità che mi sono state dimostrate durante il mio percorso di cura”, ha scritto. Il ringraziamento si fa personale nei confronti della dottoressa Giulia De Giorgi e del dottor Luca Ciampelli “per la loro attenzione, chiarezza e gentilezza: è raro sentirsi così ascoltati e compresi”.

La giovane, incinta di pochi mesi, dopo l’aggressione era stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale cittadino, dove è stata immediatamente sottoposta a un’operazione d’urgenza. La prognosi è superiore ai 40 giorni, ma le ferite più profonde non sono soltanto fisiche. Una volta in ospedale, la ragazza ha deciso di raccontare tutto agli agenti della polizia presenti presso il posto di polizia del presidio. È scattato così il Codice Rosso, lo strumento previsto per i casi di violenza domestica e di genere.

Secondo quanto emerso, non si sarebbe trattato del primo episodio. La donna avrebbe subito maltrattamenti e violenze anche durante la gravidanza, ma per paura di ritorsioni non aveva mai sporto denuncia. Diversi sarebbero stati i ricoveri precedenti, tutti legati ad aggressioni subite in ambito domestico, con prognosi fino a trenta giorni.

La svolta è arrivata nei giorni successivi all’aggressione, grazie al lavoro congiunto della squadra mobile della questura di Arezzo e del nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri della compagnia di Arezzo. Sulla base delle testimonianze raccolte, dei referti medici e delle immagini di videosorveglianza, il gip del tribunale di Arezzo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’uomo, rintracciato nella sua abitazione, è stato arrestato e condotto presso il carcere aretino. Le accuse nei suoi confronti sono gravi: maltrattamenti contro familiari o conviventi e lesioni personali gravissime.

In mezzo all’orrore, le parole della giovane restituiscono una luce diversa alla cronaca. “In un momento così delicato ho trovato non solo medici eccellenti, ma anche persone attente e disponibili, capaci di unire rigore clinico e sensibilità umana”.

Non dimentica chi l’ha aiutata nei primi drammatici istanti: “Ringrazio anche chi mi ha assistita nel percorso fino all’ospedale”. E soprattutto non dimentica di dire grazie.