
Letizia Girolami e Irfan Rana
Arezzo, 6 maggio 2025 – Falsa partenza per il delitto di Pozzo della Chiana. Lo sciopero delle toghe fa slittare il procedimento a carico di Irfan Mohamed Rana accusato di omicidio volontario aggravato. Secondo la procura di Arezzo uccise l’ex suocera, l’ottobre scorso. Letizia Girolami morì a colpi di vanga nel giardino di casa sua, a Foiano. Il pakistano di 37 anni venne arrestato in meno di 24 ore a seguito di un’indagine lampo dei carabinieri. Lo stesso imputato durante l’interrogatorio di garanzia ammise le sue responsabilità tra le lacrime.
Tutto sarebbe scaturito da una lite sui pulcini di pavone, animali che la famiglia possedeva nel casolare in Valdichiana che sarebbero scappati a seguito del maltempo. Da lì si sarebbe scatenata la rabbia dell’uomo anche se parlare di movente non convince proprio tutti. Fatto sta che anche per questo motivo gli vengono contestati i futili motivi, aggravante che insieme alla crudeltà gli ha impedito di ricorrere al rito abbreviato che in caso di condanna gli avrebbe portato lo sconto di pena di un terzo. E invece no: dritto in corte d’assise, davanti ai giudici popolari, sei, insieme alla presidente della sezione penale Anna Maria Loprete e il giudice a lato Giorgio Margheri. Rischia l’ergastolo.
Stamani si sarebbe dovuta svolgere la prima udienza, quella in cui si sarebbe dovuto calendarizzare il procedimento ma lo sciopero degli avvocati per il decreto sicurezza ha paralizzato anche questo fascicolo a palazzo di Giustizia, come accaduto in diversi altri procedimenti. Si parte il prossimo 27 maggio. All’udienza è arrivata anche la figlia, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni, ma che dovrà essere sentita in aula come testimone. Sarà una dei cinquanta testi: 23 quelli chiesti dalla pm Angela Masiello e altri 30 quelli indicati dall’avvocata dell’imputato Maria Fiorella Bennati.
Anche la famiglia della vittima ha chiesto giustizia e lo farà tramite gli avvocati Stefano Del Corto e Tommaso Ceccarini. “La famiglia si è costituita parte civila per rendere onore alla memoria della loro congiunta - spiega Del Corto - è un modo per ricordare la madre e la compagna”. Il processo si giocherà tutto sugli aggravanti. “Il processo dovrà verificare alcuni aspetti della vicenda che non sono totalmente chiari”, ha detto l’avvocata Bennati, “il procedimento servirà anche per far luce sul movente, ci sono elementi che non rendono tutto chiaro quello che accadde”.