Le protesi irraggiungibili: "L’ascensore non funziona. Il disservizio dura da mesi"

Portatore di un grave handicap fisico, Domenico Scatragli è costretto a ritirare le sue protesi in un magazzino al piano terra, a causa dell'ascensore rotto da almeno 4 mesi. Una situazione che mette in luce la poca attenzione dell'azienda sanitaria nei confronti dei cittadini disabili.

Le protesi irraggiungibili: "L’ascensore non funziona. Il disservizio dura da mesi"

Le protesi irraggiungibili: "L’ascensore non funziona. Il disservizio dura da mesi"

"Sono costretto da mesi a ritirare le mie protesi in un magazzino". Lo racconta Domenico Scatragli, portatore di un grave handicap fisico, condizione che lo obbliga ad avere con lui sempre un accompagnatore. "Con una certa frequenza devo recarmi al centro ausili tecnologici dell’Asl per portare a riparare le mie protesi, operazione che devo fare io personalmente, che non posso certo delegare, come è evidente. Gli uffici, in viale Cittadini, nel cuore del Pionta, sono ai piani superiori dell’edificio, la palazzina dell’ex manicomio" racconta il signor Scatragli. "Un bell’ascensore troneggia all’entrata per permettere a chi è su una carrozzina o è portatore di handicap, cosa piuttosto sovente da queste parti, di raggiungerli. Peccato che quell’ascensore non è funzionante da almeno quattro mesi. Periodo nel quale medici, sanitari e pazienti sono costretti a fare su e giù per le scale. Ma loro possono" continua. Un bel problema, non c’è che dire.

"Quindi ogni volta che devo portare le mie protesi a riparare e a ritirare, chi di dovere è costretto ad accompagnarmi in un magazzino al piano terra. Praticamente una capanna, dove tutto è ammassato, una condizione ben diversa dall’ufficio in cui mi recavo in passato, e dove transita gente. Quindi, oltre al disagio e alla poca professionalità, vorrei capire dove va a finire la mia privacy" tuona Scatragli. "Più volte ho parlato con i medici del posto, facendo le mie rimostranze in merito. Anche loro si dicono increduli, dopo aver chiesto più volte che quell’ascensore venisse aggiustato senza, però, evidentemente essere stati ascoltati".

"Trovo assurdo che un’azienda sanitaria dimostri questa poca attenzione nei confronti dei cittadini, anche di quelli che presentano delle evidenti difficoltà dovute, come nel mio caso, ad una disabilità" continua Scatragli. Se questa storia non avesse un sapore amaro, potrebbe essere scambiata per una barzelletta. Un ufficio, come quello per le protesi, posto ad un piano superiore ed, ironia, della sorte, irraggiungibile da tempo per un ascensore rotto.

Ga.P.