CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

L’azienda di legname finita in fumo. La prima ipotesi è il cortocircuito. Danni per 4 milioni dopo il sesto rogo

Sempre meno convincente l’ipotesi che si sia trattato di un gesto doloso, i vigili del fuoco ancora al lavoro. Mazzata per il deposito della Donati, la stima dei danni è tra i quattro e i cinque milioni di euro .

Il deposito della Donati avvolto dalle fiamme e l’arrivo dei vigili del fuoco

Il deposito della Donati avvolto dalle fiamme e l’arrivo dei vigili del fuoco

L’esito delle indagini tuttora in corso – e condotte dai vigili del fuoco - dovrà confermare o meno questa ipotesi: a causare il grosso incendio che nella notte fra lunedì e martedì ha distrutto il deposito della Donati Legnami di Sansepolcro, nella zona industriale di Santafiora, non sarebbe stata una circostanza dolosa, che per qualcuno era una spiegazione persino scontata. Non vi è al momento alcuna certezza, proprio perché l’attività investigativa non si è conclusa, ma pare che gli indizi messi insieme siano in grado di fornire una ricostruzione dell’accaduto ritenuta attendibile.

Il cortocircuito si sarebbe originato in uno dei muletti presenti e in breve tempo le fiamme avrebbero attaccato tutto il resto; le prime persone a recarsi sul posto avrebbero infatti notato come il fuoco fosse ancora concentrato in una porzione della struttura, quella nella quale era in sosta il mezzo da lavoro. Il fatto che poi l’incendio si sia rapidamente propagato all’intera area è spiegato dalla presenza dei tanti pezzi lavorati in legno oramai secco, divenuti facile esca per allargare le dimensioni del rogo. Una tesi che contrasta con chi sostiene che un focolaio del genere non avrebbe comunque potuto svilupparsi nel giro di poco tempo, per cui vi intravede gli estremi del dolo. E mentre la pioggia caduta nel pomeriggio di martedì e soprattutto per l’intera giornata di ieri ha di fatto bonificato l’area, alleviando l’enorme e provvidenziale lavoro delle tante squadre di pompieri giunte da più distaccamenti, si procede con la conta dei danni provocati dal fuoco: la quantificazione porta a una cifra molto ingente (dai quattro ai cinque milioni di euro), ma in ogni caso si è trattato di una vera e propria mazzata per l’azienda e per i suoi dipendenti, con l’attività giornaliera che inevitabilmente ha subito un marcato condizionamento. Ricordiamo che a bruciare sono stati prodotti e materiali già pronti per la consegna a coloro che li avevano commissionati; più motivi – e tutti validi – per i quali probabilmente i titolari dell’azienda preferiscono al momento non rilasciare dichiarazioni, preoccupati in primis per il futuro della trentina di unità occupate.

Non solo: negli ultimi venti anni, per la Donati Legnami di Sansepolcro è stato un vero e proprio sortilegio. Il primo episodio nel 2004 a Lama di Caprese Michelangelo, poi i tre incendi nella sede di Santafiora (luglio 2008, dicembre 2014 e appunto ottobre 2024), un quarto a Sansepolcro nel capannone della zona industriale Trieste – era il 2012 – più i due in Umbria, sul piazzale di stoccaggio del tavolame all’altezza dello svincolo della E45 e infine nel deposito vicino a Selci Lama di San Giustino tre anni fa. E nonostante non siano state accertate sostanze tossiche o nocive disperse durante l’incendio, resta in vigore l’ordinanza del Comune di Sansepolcro: per cinque giorni, chi risiede nel perimetro di 300 metri dal luogo che è bruciato non deve raccogliere frutta e verdure nei propri orti e chi possiede animali da cortile è invitato a tenerli in posti chiusi.