REDAZIONE AREZZO

L’appello di Giordini: "Più forze di polizia. Non possiamo arrivare alle ronde notturne"

Areezo: preoccupazione tra gli orafi per ondata di furti. Imprenditori chiedono intervento urgente per garantire sicurezza distretto orafo.

"I titolari delle aziende orafe sono afflitti, delusi, pervasi da tanta paura e insicurezza" racconta Giordana Giordini, presidente della sezione oreficeria e gioielleria di Confindustria Toscana Sud e della Consulta Orafa di Arezzo, all’indomani dell’ultimo colpo, il secondo in appena cinque giorni sempre, a scapito della Joker preziosi.

"Dobbiamo iniziare a fare le ronde notturne? O a dormire in fabbrica? Si chiedono gli imprenditori. Sembra di essere tornati al 2011, ai tempi dell’assedio al distretto orafo, quando di colpi ce n’era uno per notte" continua Giordini. "Le forze dell’ordine stanno facendo quanto loro possibile per contenere gli episodi. Con le energie e mezzi a loro disposizione stanno dando il 100 per cento. Sul territorio sono in azione squadre speciali di investigazione. Per questo ci rivolgiamo al governo affinché possa trovare delle strategie e delle risorse da destinare alla sicurezza del nostro distretto, il primo in Europa" spiega Giordini.

"Le aziende hanno fatto tanto per rinforzare i propri sistemi di difesa passivi. Ma i criminali non si fermano, né si scoraggiano nemmeno davanti ai sistemi più sofisticati. Sistemi di cui erano dotate le ultime due aziende colpite. Insieme alle maggiori capacità delle bande, cresce anche la loro sfrontatezza, quella con la quale sono entrati per la seconda volta alla Joker, vicino a diverse abitazioni", racconta Giordana Giordini, presidente della sezione oreficeria e gioielleria di Confindustria Toscana Sud e della Consulta Orafa di Arezzo.

Non so quale possa essere il deterrente, quale la strada da perseguire. Credo, e spero, che quanto scelto dalla mia azienda, e non solo, possa essere un buon metodo: un presidio fisso del corpo vigili giurati". E quindi "Servono risorse: uomini e denaro. Possiamo pensare ad istruire la vigilanza privata, o ad aumentare il numero della auto a presidio delle aziende fino a quando non si risolve il problema. Una soluzione va trovata, velocemente, prima di arrivare nel punto di non ritorno".

Gaia Papi