Lancia d’oro in sospeso Il terrazzino di Fraternita tra dubbi dei rettori e questioni di sicurezza

Non c’è la scelta sulla consegna del trofeo a tre settimane dalla notturna. Contraria la Consulta dei quartieri. La piazza dovrebbe svuotarsi prima. Ora tocca al Consiglio ma il suo parere non è vincolante: gli scenari.

Lancia d’oro in sospeso  Il terrazzino di Fraternita  tra dubbi dei rettori  e questioni di sicurezza

Lancia d’oro in sospeso Il terrazzino di Fraternita tra dubbi dei rettori e questioni di sicurezza

di Federico D’Ascoli

"È una questione di sicurezza". Viene presentato così, con tono perentorio, il piano che porterebbe la consegna della lancia d’oro nel Palazzo di Fraternita.

Il balconcino che dà su Borgunto, utilizzato dal 2016 in poi, non è più disponibile da settembre dello scorso anno. Passare da un terrazzino a un altro pare l’unica opzione percorribile, a oggi. Pochi spazi per il più comodo ritorno al passato: la consegna della lancia ai piedi della tribuna A, con la lizza lasciata libera al deflusso dei quartieri sconfitti. Un momento che ogni quartierista sogna: le mani fanno ondeggiare il legno dorato e gli avversari se ne vanno a capo chino.

Nonostante la "questione di sicurezza", non è arrivata la scelta definitiva, a quasi tre settimane dal Saracino. Sabato si è invece riunita la Consulta dei Quartieri. Con il sindaco Alessandro Ghinelli e il consigliere delegato alla Giostra Paolo Bertini si è parlato della cerimonia di bollatura e delle prove rinnovate. Più complicato il passaggio sulla consegna: i rettori hanno condiviso un giudizio contrario al terrazzino di Fraternita. Maurizio Carboni di Porta Sant’Andrea ha chiesto di verbalizzare il suo dissenso.

Non il migliore degli auspici in vista del Consiglio di Giostra che presto dovrà esprimere il suo parere non vincolante sulla consegna. Lo presiede Martina Municchi: a La Nazione ha già espresso tutte le sue perplessità sulle modalità di consegna. Ma se anche dal Consiglio dovesse anche arrivare parere negativo alla lancia in Fraternita, nulla cambierebbe.

È uno dei risultati della riforma Gamurrini: i quartieri e le loro rappresentanze (rettori e consiglieri di Giostra) non hanno più la possibilità di decidere davvero su diverse questioni basilari, come questa. Nemmeno il ponderoso disciplinare di regia, recentemente adottato, dedica una parola alla consegna. Così la lancia d’oro si ritrova affidata, ora e in futuro, alla volontà del sindaco e del prefetto di turno.

Tornando al presente, va sicuramente approfondita la "questione di sicurezza" che imporrebbe il trasloco in Fraternita. C’è infatti chi obietta che far spuntare la lancia d’oro da una porticina laterale nel punto più stretto e trafficato di piazza Grande (almeno due quartieri escono da lì) non sia un’idea così brillante. Ma la soluzione della Fraternita porta con sé un’altra condizione per evitare il pericolosissimo imbuto finale. Tenetevi forte. Ci sarebbe da svuotare la piazza di cinquemila persone tra spettatori, figuranti e forze dell’ordine prima di procedere alla cerimonia. Un po’ complicato, a pensarci bene.

La festa incontenibile che per 83 anni di fila ha accompagnato la lancia, si ridurrebbe cos’ alla stretta di mano tra sindaco e rettore mentre tutti i presenti si sono già diretti verso il Duomo o verso i quartieri sconfitti, senza battere ciglio. Almeno un migliaio di vincitori avrebbe anche pagato un biglietto e vorrebbe pure godersi la lancia d’oro dal vivo. Dovrà consolarsi con una replica in tv o un video sui social.

Durante la consegna non sono mai avvenuti gravi incidenti, se si eccettuano pochi episodi tra il 1969 e il 1990. Sono passati già 12 anni dall’energico richiamo del sindaco Giuseppe Fanfani al rettore Marco Ercolini per alcune intemperanze dei suoi quartieristi. Zero denunce e zero feriti: è successo spesso dal 1932 al 2015 sotto la tribuna A. Eppure la lancia d’oro in Fraternita è "una questione di sicurezza".