Fornasari
Una storia prestigiosa che non si può dimenticare, nonostante l’accorpamento. Il liceo artistico Giuseppe Giovagnoli si unirà al liceo scientifico Città di Piero per creare un istituto di istruzione secondaria superiore unico sotto il nome di Città di Sansepolcro. Decisione che mette fine, non senza rammarico, a una vicenda secolare della prestigiosa scuola d’arte, iniziata nel diciannovesimo secolo e strettamente connessa a momenti e personaggi importanti della storia di Sansepolcro.
Prima che nascesse a Cortona, fu istituita in Valtiberina un’accademia privata per volere di Vincenzo Chialli, artista tifernate giunto a Sansepolcro nel 1824 e qui sposatosi con Anna Pichi, giovane appartenente a una nota e antica famiglia locale. Aveva istituito nel proprio studio una piccola accademia di pittura dove insegnò anche l’allievo Angelo Tricca.
In quegli stessi anni Chialli prese parte all’istituzione dell’Accademia della Valle Tiberina Toscana di Scienze, Lettere e Arti Economiche, fondata da Gherardo Dragomanni nel 1830. L’apertura della nuova istituzione ebbe luogo il 19 settembre con cerimonia solenne e l’iniziativa fu accompagnata da parole di elogio da Niccolò Tommaseo sull’Antologia Viesseux, lieto del fatto che "una piccola città toscana avesse fondato tutt’a un tratto un’accademia, una libreria, un gabinetto, un archivio di patrie memorie... e premi ai giovani studiosi".
Nel programma dell’Accademia si elencavano molte iniziative, tra le quali la fondazione di una "scuola gratuita di disegno a pro degli artigiani e l’esposizione annuale pubblica nella propria sede di manufatti di belle arti da premiare". Nel 1841 ebbe avvio la scuola serale e domenicale d’arte applicata all’industria. Essa aveva come scopo quello di "fornire insegnamenti di disegno e di modellazione con l’applicazione ai lavori in legno, in pietra, in muratura e in ceramica".
Partita come una delle Scuole delle Feste o Scuola della Domenica, quest’ultima fu trasformata nel 1887 in istituto grazie a Giuseppe Giovagnoli, ingegnere intraprendente che "spiegava e insegnava generosamente per l’unico scopo altruistico di fare del bene". Giuseppe apparteneva alla stirpe dei Giovagnoli, biturgensi dalla testa ai piedi. Nacque la scuola del disegno applicato alle arti o scuola d’arte applicata all’industria secondo al dicitura del ministero.
L’ingegner Giovagnoli ospitò la nuova scuola nel proprio palazzo in Borgo Nuovo, quasi simmetrico al palazzo avito La Torre.
Sostenitori e finanziatori della nuova istituzione scolastica serale furono il Municipio di Sansepolcro, la Camera di Commercio di Arezzo, la società di Mutuo Soccorso fra gli Artigiani, la Reale Accademia della Valle Tiberina di Scienze, Lettere e Arti. Nei primi mesi del 1888 il primo sindaco della città post-unitaria, Francesco Giovagnoli, nobiluomo appartenente alla stessa stirpe dell’ingegnere, il cui incarico ebbe inizio nel 1865 e terminò nel 1902, si affrettò a costituire il consiglio direttivo della scuola, nominando direttore Fantino Benedetti, autore della relazione del primo anno scolastico 1888-89.
La relazione si concludeva con l’auspicio "che il numero degli allievi, alla scuola d’arte, avesse sempre e costantemente ad aumentare".
Le iscrizioni e la frequenza erano incoraggianti rispetto al numero di abitanti del Borgo. Tra le materie oltre al disegno, vi era lo studio dei principi fondamentali della prospettiva, la modellazione in creta e il disegno geometrico.
La disponibilità dell’ingegner Giovagnoli nei confronti dell’istituto fu straordinaria. Se nei primi due anni di vita della scuola era stato possibile conciliare la "teoria" con l’esercizio pratico fu grazie a lui, che aveva messo a disposizione il suo laboratorio privato. Alcuni direttori furono intraprendenti. Tra questi il professor Castelli, il professor Lombezzi e il professor Fanfani.
Ai primi anni del Novecento la Scuola visse un momento difficile, da un lato snobbata dell’élite cittadina, dall’altro a seguito della guerra si registrò un calo della popolazione scolastica.
Chiuse alla metà dell’anno 1918. Il professor Lombezzi però riprese le lezioni nei locali della scuola Luca Pacioli nelle ore serali. Nell’anno 1921-1922 fu ripristinato il laboratorio di falegnameria. Con la riforma Gentile del 1924 la scuola d’arte di Borgo San Sansepolcro passava alla dirette dipendenze del ministero della Pubblica Istruzione. Nel corso del 1926, oltre a quello dei falegnami, si aggiunse anche il corso dei fabbri.
Come racconta il professor Lombezzi, che lasciò la scuola nel 1907, dopo avere ottenuto dal Comune l’uso di una parte dell’ex convento di San Francesco, dopo molte trattative fu possibile avere i locali per le officine. Nel 1961 la scuola fu trasformata in istituto statale d’arte, introducendo altre sezioni di insegnamento, che sono state e sono tutt’oggi fiore all’ occhiello dell’attuale liceo, divenuto tale nel 2010.
Docenti, statuti, premi ed esposizioni hanno scandito la storia della scuola, che con alterne vicende ha sempre difeso la propria identità e autonomia.