ANGELA BALDI
Cronaca

"La marea nera", le origini del fascismo nel libro di Mannino

L’Istituto Storico aretino della Resistenza e dell’Età contemporanea organizza la presentazione del volume "La marea nera - Origini e avvento...

L’Istituto Storico aretino della Resistenza e dell’Età contemporanea organizza la presentazione del volume "La marea nera - Origini e avvento...

L’Istituto Storico aretino della Resistenza e dell’Età contemporanea organizza la presentazione del volume "La marea nera - Origini e avvento...

L’Istituto Storico aretino della Resistenza e dell’Età contemporanea organizza la presentazione del volume "La marea nera - Origini e avvento del fascismo ad Arezzo e provincia 1915- 1924" (Aska Edizioni) del giornalista Salvatore Mannino (nella foto). Appuntamento oggi alle 17 a ingresso libero alla Biblioteca di Arezzo. Interviene il professor Stefano Caretti dell’università di Firenze, massimo studioso di Matteotti autore del libro "Il nemico di Mussolini", edito da Solferino in occasione del centenario del delitto, ci sarà oltre all’autore, Camillo Brezzi, presidente dell’istituto storico della Resistenza aretino.

"La marea nera" offre uno sguardo approfondito sullo sviluppo del fascismo ad Arezzo tra il 1915 e il 1924, esplorando come il movimento politico ha utilizzato la violenza come strumento di lotta e come ha influenzato la comunità. Attraverso una documentazione ricca e dettagliata, Mannino analizza le radici provinciali del fascismo, offrendo una prospettiva unica sulle dinamiche tra Fascismo-Regime e Fascismo-Movimento. Il libro, arricchito da una serie di fotografie storiche, è essenziale per chi desidera comprendere la complessità di questo fenomeno storico che ha segnato l’Italia. "Definire il fascismo è scriverne la storia", affermava nel 1938 Angelo Tasca nel suo "Nascita e avvento del fascismo". Ma il fascismo al singolare è fatto di tanti fascismi al plurale, anche provinciali. Questo libro appunto ha lo scopo di ricostruire le radici e lo sviluppo del fascismo ad Arezzo, verificando empiricamente, sulla base della documentazione, quanto l’immagine del fascismo nazionale, ormai ben definita da una bibliografia sull’argomento pressoché sterminata, si rifletta sulle articolazioni locali del fenomeno politico che più di ogni altro ha segnato la storia italiana del ‘900. Il fascismo dunque come primo movimento che utilizza la violenza come strumento di lotta politica, come espressione delle ambizioni e delle paure dei ceti medi, cittadini e rurali.