Torna ad allungarsi fino quasi a San Domenico. Un ritorno al passato che si incrociava non con la Fiera di Natale ma con quella di settembre. Eccola la Fiera di Natale. Orfana di piazza Grande, i cui espositori sono costretti a fare le valigie trovando le proprie "stanze" occupate dai tirolesi, ma estesa almeno fino a piazzetta Landucci e a via Sassoverde. Gli antiquari hanno scelto a novembre ma stavolta senza poter puntare sui vuoti del percorso, riaccorpato dopo l’uscita del bando. La Fiera viene da un filotto vincente. Culminato sia a ottobre che a novembre, due edizioni d’oro, nel secondo caso oltre il tetto delle quarantamila presenze. Di sicuro mai come stavolta i ranghi saranno compatti. Chi ha il posto fisso non salta dicembre, anzi ci punta forte. E anche gli spuntisti dovrebbero arrivare in forze e dal loro numero dipende in parte l’approdo completo fino a piazza San Domenico. E chissà che per una volta non possano riempirsi anche via Cavour sul lato del Classico e piazza della Badia. Aree penalizzate dal trasferimento degli artigiani a Sant’Agostino, collocazione di fortuna rispetto alla sede naturale della Fiera e che da allora faticano a trovare continuità. Ci riprovano a Natale, un po’ come un’edizione che a dicembre gioca tutte le sue carte sul fronte dei regali. Sul percorso, si incontrano statuine dei presepi e addobbi per l’albero.
Qualche presidio c’è sempre ma questo è il mese giusto al posto giusto, a pochi giorni dall’accensione delle luminarie casa per casa. E sarà anche l’edizione con larghi spazi ai giocattoli, in testa le bambole, da esposizione o di pezza ma anche agli oggetti di lamiera e ai pionieri dei giochi di società. Poi l’oggettistica: sotto l’albero il trumeaux non c’entra, la bigiotteria, la ceramica, il vetro sì. Una Fiera su misura per il Natale e che pesca dalla Città delle feste una continuità di percorso a volte perduta: botteghe aperte in via Bicchieraia, più banchi del solito in via Cesalpino, lo sfruttamento intensivo di via dell’Orto, lo spazio sotto il Vescovado, messo a disposizione degli "sfrattati" da piazza Grande.
E perfino Sant’Agostino, complici le iniziative Coldiretti, potrebbe sentirsi meno sola del solito. Di sicuro un botto di turisti: salteranno i banchi, come gli operatori lamentano, per atterrare nella Città del Natale o dedicheranno alla Fiera lo spazio che merita? Lo scopriremo solo guardando, insieme al trionfo annunciato di locali, botteghe, ristoranti. Fiera che rinuncia al sogno della tre giorni di gennaio, mai come quest’anno naturale, coincidendo con il giorno della Befana. Hanno risposto 93 espositori, 66 dei quali favorevoli, oltre il 70%, in sè un plebiscito. Ma è un numero che al Comune non basta, voleva l’80% dei titolari. Alla fine tutto vive su un equivoco: perchè la storia qualcosa insegna. Se gli organizzatori decidono la tre giorni i protagonisti vengono tutti o quasi, chi col sorriso e chi col muso lungo ma vengono. E allora perchè ogni tanto non gettare il cuore oltre l’ostacolo?
LuBi