
Natale 2017
Arezzo, 20 novembre 2021 - Se Ferdinando III fosse rimasto dov’era sempre stato, nel cuore di piazza Grande, oggi perfino la sua statua avrebbe dovuto indossare la mascherina. Invece è in cima a Piaggia del Murello e almeno dalla mappa allegata ai divieti sembrerebbe il primo sbocco al quale poter respirare a pieni polmoni. Ma da oggi il cerchio si stringe: tutti in mascherina anche all’aperto dentro le mura. In un’area compresa tra i bastioni di Santo Spirito, porta San Lorentino, porta San Clemente e porta Trento e Trieste.
Tutti in maschera davanti alla folla che sale da mezza Italia per tagliare il traguardo della Città di Natale. L’evento, interamente guidato dalla Fondazione Intour, è il primo appuntamento in Italia verso le feste. E ci sono aspetti che lo potrebbero rendere unico: dall’Alto Adige rimbalzano forti dubbi sulla conferma dei mercatini di Trento e di Bolzano. E qui il mercato tirolese, organizzato dalla Confcommercio, invece apre i battenti, un villaggio di 32 casine di legno, nel cuore di piazza Grande. Ieri pomeriggio la prova generale, tutte accese per vederne di nascosto l’effetto.
Ed è quasi migliore delle altre stagioni, la mancanza della baita gigante armonizza meglio i due opposti: l’anima rinascimentale e il vestito tirolese. Mancherà una base forte per i pranzi del profondo nord, aumentano i punti di riferimento da street food. E sembrano bastare, almeno a giudicare dal clima della vigilia. Ieri in tutta Arezzo erano rimaste due camere libere: una a Sargiano e una rinuncia in centro.
E’ il 99% di occupazione, un vero sold out. Booking consiglia mete alternative, ma fino ad Anghiari e oltre le camere sono centellinate, evidentemente già assegnate a qualcuno. Su ieri sera l’occupazione era di circa l’85%, segno che la pazza folla comincia a spalmarsi sugli altri giorni della settimana. Sabato prossimo c’è già il bis. Un quadro per ora virtuale e che oggi passerà al setaccio dei fatti.
Oggi che la Città di Natale si dischiude dal Prato ai mercatini di San Jacopo e Risorgimento. L’’inaugurazione alle 16.30 nel parco storico, all’ombra della ruota panoramica. Con uno show che a immagine e somiglianza della ruota diventa volante. Una mongolfiera, una sfera bianca come la luna si alza nel cielo ed una fata acrobata volteggia sugli spettatori, tipo lo sposo del film francese «C’est la vie».
Doppia inaugurazione: alle 18 ci sarà quella della Fortezza, con tanto di rinfresco e bagno di autorità. Ma la macchina della città di Natale sarà lanciata dalla mattina: dalle 10 in piazza Grande, ancora prima tra le casine del Prato, quelle di San Jacopo e di Guido Monaco. I boatos annunciano un arrivo in forze di camper: e a loro, oltre all’area della Catona, saranno riservati i parcheggi delle Caselle e perfino del Centro Affari.
I pullman sbarcheranno i turisti in via Pietri per poi andare a cercare fortuna e parcheggio altrove. Chi invece arriva al Baldaccio in auto troverà una navetta ad accompagnarlo in Guido Monaco e alla Stazione: e naturalmente viceversa. I ristoranti sono pronti a più turni a tavola. Spazi moltiplicati da stufe e ripari, il telefono per le prenotazioni che suona a sfinimento, perfino dall’estero.
I bar hanno fatto scorte di paste, panini e simili: e domani saranno tutti in pista, in barba al giorno festivo. «Il 19 e 20 novembre il Grilli sarà chiuso!!!» annuncia il titolare dello storico negozio, quasi a distinguersi da tutti gli altri. Luci già accese, luminarie immersive pronte, perfino i primi presepi. Eppure a Natale mancano quasi 40 giorni. Ma non sbaglierà il calendario?