La banda del buco assalta gli orafi "Sono sconvolta, è tutto devastato" La conta dei danni e l’ipotesi basista

Blitz di Molin Bianco: oltre al bottino da 100 mila euro ci sono anche i soldi per riparare le strutture. Lo sfogo di una titolare che chiede più sicurezza. Le indagini della polizia in cerca di informatori locali.

La banda del buco assalta gli orafi  "Sono sconvolta, è tutto devastato"  La conta dei danni e l’ipotesi basista

La banda del buco assalta gli orafi "Sono sconvolta, è tutto devastato" La conta dei danni e l’ipotesi basista

di Gaia Papi

"Sono sconvolta, non ho altre parole per descrivere il mio stato d’animo dopo quanto accaduto". A parlare è Simona Chianucci della Mas Incastonatura, una delle aziende in cui i banditi hanno fatto irruzione mercoledì notte. I ladri hanno colpito intorno alle 2 nella zona industriale vicino all’aeroporto Molin Bianco. E’ stato un vero e proprio assalto, si sono concentrati su tre ditte di preziosi, una accanto all’altra: la Mas, la Rapini e la Del Lama. Le indagini della polizia proseguono, l’ipotesi è che ci possa essere un basista che informa e poi prepara i colpi che vanno a colpo sicuro.

La banda del buco è entrata nelle aziende ha sventrato le casseforti prima della Mas, poi della Rapini. Oltre ai gioielli portati via, sembra per un totale di 100 mila euro, ci sono i danni ingenti alle strutture. Fallito invece il tentativo di rubare anche alla Del Lama, dove i banditi sono riusciti a entrare ma sono dovuti scappare prima di scardinare la cassaforte. "Sono stata l’azienda più colpita. Oltre ai danni alla struttura e ai preziosi rubati, mi hanno portato via beni personali che tenevo in azienda" racconta Chianucci.

Alla Mas Incastonatura, secondo gli inquirenti, sarebbero state rubate materie prime preziose in lavorazione, ma non quanto contenuto nella cassaforte che avrebbe retto all’assalto. Forse a mettere a segno il colpo è stata una delle bande che negli ultimi mesi hanno rilanciato l’assedio al distretto orafo aretino. Non siamo ancora ai livelli di paura di dieci anni fa, quando di raid ce ne era uno per notte, ma da allora il ritmo dei colpi non era mai stato così intenso. "Non ho mai vissuto nella paura, nonostante i furti che sono avvenuti a diverse ditte orafe, anche in zona, non sono mai stata preoccupata. Ho la mia attività qui da 23 anni, sono stata una delle prime ad arrivarvi. Da allora lavoro da sola, esco anche a orari tardi, ma sono sempre stata tranquilla" continua.

"È accaduto l’imprevedibile, è un dolore enorme. Ho perso gran parte di me". Non ha troppa voglia di parlare, come è comprensibile, Chianucci.

"Non mi resta che ripartire". Ferita, ma pronta a guardare avanti con la forza di chi, ogni giorno, si alza orgogliosa di andare a fare il proprio dovere per portare avanti i propri sogni.