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Kesia, un ritorno da brividi Tra canti e fiori a Romena nel bosco dei figli perduti

I resti della ragazza morta in A1 accolti da centinaia di persone nella pieve. Il Vangelo, un brano di Giorgia, la danza delle amiche, il ricordo in abiti bianchi.

Kesia, un ritorno da brividi Tra canti e fiori a Romena nel bosco dei figli perduti

"Quando una stella muore fa male, fa male". Lacrime di dolore per una ragazza persa a 16 anni, tradita da un incidente stradale, passata senza accorgersene dal sonno dei bambini nel sedile posteriore dell’auto alla morte. Lacrime di emozione per la corrente di affetto, amicizia, solidarietà che ha fatto scaturire. C’erano centinaia di persone per l’addio a Kesia. Un addio semplice ma intensissimo.

L’urna con le ceneri adagiata davanti all’altare della pieve di Romena, cuore di una comunità, direbbero gli scout, che sta lasciando il mondo migliore di quello che era. Un saluto scelto dalla famiglia e sposato dalla scuola, dagli amici, dalle compagne di danza.

Non una Messa, non un funerale: ma un saluto tra la vita e la morte. Intessuto di pagine di Vangelo ma anche di contributi laici: e del resto non è un mistero che la comunità di don Luigi Verdi spesso ha usato brani famosi in certi momenti di dolore.

"Cambia il cielo, cambia la musica nell’anima ma tu resti qui con me": sono le parole con cui Giorgia, vincitrice di Sanremo, ricordava il suo Alex Baroni, anche lui vittima di un incidente. E già gli aveva dedicato Gocce di memoria, un altro incrocio fatale di speranza e dolore.

Gocce di memoria affidate ai genitori, la mamma e il babbo hanno letto dei pensieri, hanno raccontato quella loro ragazza semplice, senza fronzoli, senza la furia che tanti hanno di sembrare più grandi della loro età.

"Un bacio se ne va": il testo di Giorgia applicato a Kesia toglie il fiato e prende alla gola chi è nella Pieve. Intorno ai suoi resti i fiori di campo e i vestiti bianchi, come la famiglia aveva chiesto. E dalla Pieve escono, per confluire nel piccolo bosco dei figli perduti. Alberi di mandorlo, piantati da chi ha perso il proprio ragazzo o la propria ragazza, spesso sulle strade. Alberi che vivono e vengono curati.

I mazzi di fiori vengono posati lì davanti, nel boschetto della memoria. Le sue amiche l’hanno accarezzata con la danza. Prima che l’urna venisse presa in braccio dai genitori, per essere riportata a casa. A Serra, nel silenzio della Valle Santa. "Racconterò di te, inventerò per te". Le parole di Giorgia seguono la piccola urna. "E l’universo se ne accorgerà quando una stella muore".

Alberto Pierini