LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Jovanotti a tavola nella Cittadella: "Rondine è un’eccellenza italiana". L’incontro con i ragazzi delle guerre

Il cantante si affaccia con la moglie nel borgo: spunta una chitarra e intona alcuni pezzi a memoria. In serata posta sui social il suo entusiasmo e tante foto. "Il prossimo passo deve essere la tregua".

Jovanotti ha trascorso gran parte della giornata a Rondine confrontandosi con i ragazzi che arrivano dai Paesi in guerra

Jovanotti ha trascorso gran parte della giornata a Rondine confrontandosi con i ragazzi che arrivano dai Paesi in guerra

"La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare": Lorenzo Jovanotti si tuffa, senza paura e senza vertigine, tra i ragazzi di Rondine. Lo fa con la curiosità della passione, si affaccia nel borgo d’estate, accolto dai ragazzi del quarto anno liceale e da quelli di tutto il mondo che qui provano a superare le ferite e la guerra che hanno tra le loro case. "Franco Vaccari mi ha invitato e io sono andato" racconta in serata su Instagram, postando in punta di piedi alcune foto della giornata.

Non si accontenta della superficie, va a fondo parlando con i ragazzi: davanti alla scuola, a tavola, in un pomeriggio di sogni e di progetti. E sposa l’idea. Al suo fianco la moglie Francesca Valiani e un altro nome forte della musica italiana, Dalia Gaberscik, la figlia di Giorgio Gaber, presidente di una importante società di comunicazione e anima del film sul padre nel quale proprio Jovanotti era uno dei protagonisti.

Ma oggi Lorenzo ha occhi solo per il piccolo mondo sull’Arno. "Qui vivono insieme, parlano, studiano, litigano si ascoltano, si scelgono ogni giorno e un giorno torneranno ai loro Paesi studenti arrivati da luoghi in guerra". Ne incrocia tanti, chiede la loro storia, si segna alcuni dei nomi a volte neanche facilissimi. "Tu vieni dal Mali? Ma un giorno nel tuo Paese regnava la pace". La ragazza lo sa bene, anche se è giovanissima, e gli risponde a tono. Mentre Vaccari lo accompagna in giro per il borgo, tra le bandiere dei Paesi appese lungo il muro, davanti alla lavatrice diventata famosa, perché a volte qualcuno si è rifiutato di usare lo stesso risciacquo per i panni propri e del "nemico".

"Oggi mi sono nutrito di futuro e di speranza. Seguite Rondine, visitatela, sostenetela. È un’eccellenza italiana, orgoglio per chi come me crede nella cultura del dialogo e la pratica della pace come gesto quotidiano".

È ancora ferito dalle critiche che lo hanno travolto nelle ultime ore per un intervento giudicato troppo scarno su quanto sta accadendo a Gaza. Ma risponde con la sua storia. "In questi giorni ho ricevuto critiche, ironie, insulti. Chi mi conosce lo sa: non ho mai evitato di prendere posizione, nessuna neutralità. Il prossimo passo deve essere la tregua, la fine di questa follia".

Entra nel vivo e insieme indica la strada che preferisce: proprio quella della tregua. "A volte è meno rispondente agli ideali ma più pratica" aveva detto in uno degli incontri. "Io non ho soluzioni, credo nel lavoro verso il prossimo passo. Qui ho visto giovani che si gettano in qualcosa di grande. Rondine ci restituisce un’altra cultura ed è quella in cui credo. Quella in cui continuo a sperare. Quella che provo a testimoniare". E a cantare. Come d’incanto nel salone dell’incontro spunta una chitarra e lui non si tira indietro. La mia ragazza fantastica, Mi fido di te.

"La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare". Gli hanno appena raccontato che il prossimo Festival Youtopic avrà al centro il tema dell’inquietudine. "Mi piace, mi piace: lo sono sempre stato in fondo". E in fondo somiglia anche parecchio a quella vertigine che in sé non ha alcuna paura di cadere ma solo tanta voglia di volare.