LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"A Rondine c’è una scintilla di grandezza". Amelio lancia il borgo dopo Mattarella. Pini nell’angolo del conflitto, Serra bis

Abbraccio tra il regista e Cortellesi. La direttrice di Qn: "Riempiamo la speranza di piccole cose". I giornalisti a confronto sull’etica dell’informazione. Caccamo da Battiato alla scoperta dei giovani. .

La riproduzione del monumento di Rondine donata dai ragazzi della World House al presidente Mattarella durante la sua visita

La riproduzione del monumento di Rondine donata dai ragazzi della World House al presidente Mattarella durante la sua visita

"Fai le cose piccole, è già molto ma intanto costruisci". Perchè se i contenuti "sono troppo grandi, finisce che ti perdi e magari non ci provi". Lei prova così a definire la speranza, "parola difficile da riempire". E lo fa partendo dal basso, dai piccoli passi possibili messi in fila nella quotidianità. A Rondine Agnese Pini, direttrice del Quotidiano Nazionale e presidente di Longanesi, porta la sua esperienza nell’ultimo giorno di Youtopic Fest. Si infila nell’Angolo del Conflitto e in una conversazione a tutto tondo. Porta e condivide i conti con il suo conflitto, dipanando la storia di un vissuto familiare che spiazza, diventa dolore poi si trasforma in opportunità di crescita. Lo spiega davanti ai ragazzi della World House e del quarto anno di Rondine, a centinaia di persone che ascoltano. "La verità è un fuoco" è il libro che "ho sentito l’urgenza di scrivere dopo tanti anni". Ascolto: altra parola chiave che la direttrice di Qn, Resto del Carlino, Giorno e Nazione cuce nella trama del ragionamento, dallo scacchiere internazionale in fiamme, alla vita nella dimensione ordinaria. E all’impegno che ciascuno può mettere nella costruzione della pace, garantita per ottant’anni e oggi in bilico. "Siamo in un sistema di regole ma in certi momenti le regole vanno infrante e a quel punto ci vuole una coscienza profonda, perchè tutti siamo chiamati ad un’assunzione di responsabilità". Usa un’immagine, potente, che tiene in sè dubbio, paura, coscienza, etica. "Sono un soldato, mi ordinano di uccidere, la regola è ubbidire. Ma la coscienza dice il contrario e in quel momento sei chiamato a rispondere. Come facciamo a dire di no a quell’ordine? Il coraggio è un muscolo etico".

Il confronto, condotto dal giornalista Andrea De Angelis tocca temi cruciali: l’etica dell’informazione, il ruolo della stampa in un tempo attraversato da crisi multiple, la responsabilità del linguaggio pubblico. Michele Serra torna un anno dopo ed entra nello stesso Angolo subito dopo e sa intrecciare ironia e pensiero critico in un viaggio tra gli "ismi" contemporanei, smontando stereotipi e banalità con la forza sottile dell’umorismo. "Questo è un posto che raccoglie storie difficili, anche storie tragiche. Eppure si respira allegria, e ho visto un sacco di ragazzi ridere", dice parlando di Rondine. "La domanda, ed è bello farsela insieme, è: cosa abbiamo da ridere in un mondo nel quale, non da oggi, la tragedia è parte della vita quotidiana di molti popoli? Ridiamo perché siano incoscienti, cinici? No. Ridiamo perché ne abbiamo facoltà. Il senso dell’umorismo è proprio una di queste acquisizioni culturali. Una vera e propria tappa dell’evoluzione". Le emozioni si inseguono sul palco del teatro tenda. Sale il cantautore Giovanni Caccamo, in dialogo con Sergio Valzania e Valeriia, studentessa di Rondine.

"I ragazzi hanno interrotto la macchina dei sogni. Ciascuno di noi deve tornare a credere nei propri strumenti interiori, l’uomo deve tornare al centro. Tante cose possiamo fare per cambiare il mondo: azione, piccoli segnali di cambiamento, Rondine per questo mi piace tantissimo. La guerra ci fa sentire impotenti, possiamo riflettere sui conflitti. Cercare di sciogliere questi nodi è centrale, la persona con cui non ci siamo riconciliati, quelli ai quali non abbiamo chiesto scusa". Anche qui, piccoli passi possibili. Ma a Rondine sono preziosi, perchè fanno la differenza. E da maestro di cinema la coglie al volo Gianni Amelio, gli bastano pochi minuti per innamorarsi di Rondine. "Mi ha emozionato la realtà che ho scoperto, cinematograficamente la sento già mia. Costruire la pace è di una difficoltà incredibile. Qui c’è la scintilla di qualcosa di grande, una vera scuola della pace". E come Paola Cortellesi, con la quale scambia un abbraccio nel cuore del borgo, è pronto a tornare. "Vi porterò i miei corti sul Mali e su Sarajevo". E la storia continua.