CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Investimento sulla Chianina. Centro selezione, ok Regione: gli allevatori possono ripartire

Svolta per la valorizzazione del complesso zootecnico Datti di Ponte Presale. In vallata un terzo del totale dei capi presenti in Toscana, ovvero 4600 esemplari bovini.

Svolta per la valorizzazione del complesso zootecnico Datti di Ponte Presale. In vallata un terzo del totale dei capi presenti in Toscana, ovvero 4600 esemplari bovini.

Svolta per la valorizzazione del complesso zootecnico Datti di Ponte Presale. In vallata un terzo del totale dei capi presenti in Toscana, ovvero 4600 esemplari bovini.

di Claudio Roselli

È stata votata e approvata all’unanimità dal consiglio regionale della Toscana la mozione sulla valorizzazione del complesso zootecnico "Silvio Datti" di Ponte Presale, nel comune di Sestino. Primo firmatario del documento, il consigliere Marco Casucci del Gruppo Misto-Merito e Lealtà: accolto anche l’emendamento presentato dal gruppo del Pd e illustrato in aula dal consigliere Mario Puppa, che modifica il dispositivo prevedendo per la giunta l’impegno "a continuare la valorizzazione del settore zootecnico e nel contesto a promuovere insieme alle Regioni Emilia Romagna e Marche il centro "Silvio Datti" di Ponte Presale come sede per la selezione e la moltiplicazione delle linee femminili delle tre razze autoctone del vitellone bianco dell’Appennino, che sono la Chianina, la Romagnola e la Marchigiana".

Nella mozione, era stato sottolineato come fosse particolarmente importante ogni iniziativa diretta a tenere nella giusta considerazione gli allevamenti dei bovini di razza Chianina, contribuendo in parte a scongiurare il rischio di chiusura delle aziende ubicate in Valtiberina Toscana, affinchè possano ancora garantire un presidio di territorio importante nell’Appennino tosco-emiliano. Il funzionamento del centro (limitato solo a un paio di appuntamenti annuali) diventa di importanza fondamentale anche per il mantenimento dell’elevato pregio di questa carne, la cui vendita era calata del 20% nel biennio 2023-24 e anche il prezzo medio era sensibilmente diminuito da 8,50 fin quasi ai 7 euro al chilo, con conseguente aumento dei costi di gestione dovuto alla prolungata permanenza in stalla dei vitelli non venduti. La situazione è adesso migliorata, nel senso che – grazie anche al mercato – l’interesse per la Chianina si è riacceso.

La Valtiberina occupa in questo contesto un ruolo di primo piano che non può passare inosservato: nel comprensorio più orientale della Toscana si alleva quasi un terzo del totale dei capi presenti nel territorio regionale, ovvero 4600 esemplari bovini sui circa 15mila complessivi all’interno delle 84 realtà imprenditoriali dislocate fra Badia Tedalda (53) e Sestino (le restanti 31), che arrivano a circa 2400 animali allevati con criterio biologico, anche perché trascorrono al pascolo la maggior parte dell’anno. Un centro di selezione di rilevanza nazionale per le femmine dei bovini, vedi appunto quello di Ponte Presale, diventa pertanto una esigenza e il mantenimento dell’attività zootecnica, oltre che essere la principale risorsa economica, è anche un forte deterrente verso lo spopolamento.