Intossicazione in chiesa a Pergo, l’amarezza di don Piero: "Un attacco ingiusto"

"Lavori finiti, c’era l’ok della ditta”. Chiesa chiusa, telefonata al vescovo

Don Piero Sabatini

Don Piero Sabatini

Cortona (Arezzo), 8 gennaio 2024 – “Ho seguito passo passo gli esiti sanitari di tutte le persone coinvolte e sono felice che la situazione si stia lentamente risolvendo. Sono molto dispiaciuto per ciò che è successo, ma certo di non avere responsabilità dirette. Nell’immediatezza, stentavo a credere che fosse ancora l’impianto ad aver generato i malesseri, visto che erano state fatte tutte le migliorie richieste dopo il primo episodio del dicembre 2022". Don Piero Sabatini parroco reggente della chiesa di Pergo risponde così a chi lo accusa oggi di aver minimizzato il grave episodio di intossicazione del giorno dell’epifania. "Non mi sono allontanato da Pergo a caso, sono andato nella mia canonica di Sant’Angelo a recuperare tutti i documenti che attestavano i lavori appena eseguiti e che ci avevano permesso di riaprire le porte della chiesa dall’8 dicembre".

Si dice amareggiato per la dura lettera senza firme partita da un genitore e condivisa da alcune famiglie; parla di una comunità divisa che tra chi gli sta a fianco e chi non lo gradisce alla guida della parrocchia e che hanno voluto deliberatamente leggere nelle sue parole un altro significato.

Don Piero ci tiene a ricordare che i lavori eseguiti recentemente hanno riguardato due impianti separati: quello della canonica, attualmente utilizzata per le attività di catechismo e oratorio, e quello della chiesa.

L’impianto che sembra essere all’origine dell’intossicazione è proprio quello della chiesa su cui i vigili del fuoco hanno apposto i sigilli in attesa di ulteriori verifiche. Si tratta dello stesso impianto che provocò un episodio simile il 1 dicembre 2022, quando a farne le spese fu l’allora parroco Don Benito Chiarabolli e la perpetua, finiti in camera iperbarica e che portò in ospedale anche altri parrocchiani. Si tratta, a ricordo dello stesso Don Piero, di un impianto che fu installato circa 10 anni, dopo il 2015. Bruciatori a soffitto che sostituivano quelli a ventola ormai fuori norma. Ad installarli fu una ditta del sud Italia, che poi è sparita ed è fallita. "Quando accadde la prima intossicazione - racconta ancora Don Piero - i vigili del fuoco intervennero prontamente e furono decise alcune migliorie per aumentare l’estrazione dell’aria nella chiesa, ma l’impianto era stato ritenuto a norma".

Lavori fatti recentemente, grazie al contributo della comunità parrocchiale che è riuscita a raccogliere oltre 3 mila euro, utili ai lavori in canonica e in chiesa. "Abbiamo fatto eseguire i lavori e abbiamo incaricato una ditta specializzata che ha certificato nero su bianco che tutto era finalmente funzionante". E sono state ripristinate le celebrazioni delle Messe, una volta a settimana. "L’impianto entrava in funzione il tempo utile della messa settimanale e poi veniva spento. Anche il sabato dell’epifania è stato così. Acceso la mattina per la messa e poi rispento. Riacceso alle 14,30 prima dell’arrivo delle famiglie per la recita parrocchiale e spento una mezz’ora più tardi. La chiesa non è sotto sequestro, ma rimarrà comunque chiusa fino a che non sarà tutto a posto. “Una scelta che ho preso d’accordo con il Vescovo - conferma il sacerdote -. Continuerò a dire messa per tutti i fedeli che vorranno a Sant’Angelo, a Montalla e a Montanare".