"Ingorgo" città di Natale e Fiera: grande folla, è il weekend dell'anno

Antiquaria in forze ma le mancano spazi. La Rai in piazza Grande per presentare il «miracolo» aretino. Artigiani oggi a S.Agostino, domani non c’è posto. La mappa si allarga

L'incrocio tra Fiera e Mercatino

L'incrocio tra Fiera e Mercatino

Arezzo, 4 dicembre 2021 - Arrivano dalla Turingia, nel cuore della Germania: alle spalle il lockdown che per ora ha congelato tutti i loro mercatini. Davanti la pazza folla di Arezzo. Chissà se ne conoscessero prima l’esistenza, ora per loro è la ciambella di salvataggio. Storie di Natale, storie di eventi. Intorno al loro banco, a tutta gastronomia, corre la vigilia di un ponte sul quale un’intera città sta lanciando il cappello. Magari di feltro, in perfetto stile tirolese, ma lo lancia. «I dati che filtrano anche sulle presenze alla Fiera sono promettenti» sussurra prudente fino all’eccesso Simone Chierici, assessore e insieme presidente della Fondazione Arezzo Intour. Ruolo che lo pone esattamente al bivio dei due «razzi» con i quali tentiamo di andare in orbita. Uno è la Città di Natale, che mai come in questo weekend completa la mappa del centro, fino a riempire la più piccola casella. L’altro è la Fiera. Fresca di nuovo sito internet ma soprattutto di segnali dagli espositori di calata in forze. Perché è vero che i banchi saranno sfrattati quasi completamente da piazza Grande come se ci fosse la Giostra del Saracino. Ma voi vi perdereste un’edizione che potrebbe trascinare in due giorni oltre centomila persone, e sempre per rimanere prudenti come Chierici? Impensabile. E così scopri che ti mancano le piazze. A pagare dazio sono gli artigiani (si chiamerebbero non professionisti ma lasciamo stare...) che per una volta avranno un solo giorno di ribalta: oggi. Domani la loro nuova sede, Sant’Agostino, sarà occupata dal mercatino di quartiere in veste natalizia. Ma una parte è comunque insediata in Guido Monaco, con pezzi fatti a mano di assoluta qualità, e tutti hanno da ieri la conferma di poter proporre il banco anche a gennaio. Cosa che se ci fosse stata la festa dell’ultimo dell’anno sarebbe stata quasi impossibile. La Fiera taglia un ramo ma si allarga. Perché chi non ha posto in piazza Grande o ha scelto uno dei tanti buchi sul percorso o ha scalato la città alta, grazie al Vescovo che ha messo a disposizione la piazzetta sotto la curia. In una città i cui banchi oggi sfidano il Guinnes. Gli oltre duecento dell’Antiquaria, in assoluto i più preziosi. I trenta e passa tirolesi intorno ai nostri amici della Turingia. I venticinque al Prato, tasselli del mercatino delle meraviglie. Altrettanto a Risorgimento e San Jacopo. I venti in Guido Monaco. L’apertura del chiostro della biblioteca con i gioielli e i preziosi, specchio della città dell’oro. La gastronomia chilometro zero sotto i Portici, che per l’occasione calano in un’edizione straordinaria da due giorni. E sotto sotto potremmo dimenticarne ancora qualcuno. Detto e fatto: i mercati di solidarietà di Calcit e Avo. Una mobilitazione sulla quale comincia a mettere l’occhio anche la Rai: ieri una troupe del Tg2 ha passato al setaccio il mercato tirolese e la Casa di Babbo Natale. E proporrà questo piccolo«miracolo» aretino. In un’Italia dove i mercatini fanno un passo indietro, qui siamo a oltre duecentomila presenze in due weekend e altrettanti in arrivo. Con gli alberghi sold out: come i ristoranti e la stessa casa di Santa Claus, piena con le prenotazioni fino a mercoledì, prima ancora dell’arrivo di uno dei cento pullman annunciati. Un fenomeno su cui è difficile non accendere i riflettori e infatti si accendono, insieme alle telecamere già in trasferta. Una festa a occhi aperti. La sicurezza in primo piano, le regole della Prefettura tradotte dal questore in una griglia di disposizioni legate ai controlli. Attenzione in particolare alle mascherine piantate sul viso e ai Green pass. E’ l’ultimo weekend dove tutto è aperto anche ai non vaccinati, sempre che siano coperti dai tamponi. Da lunedì’ «no vaccino no festa». Una «spallata» che arriva fino all’uscio di Babbo Natale, quasi inconsapevole di cosa gli stia succedendo intorno. Glielo racconteremo: basta che sotto l’albero non si dimentichi di noi