
operaio al lavoro
Arezzo, 6 ottobre 2021 - Sono in aumento gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, ma restano stabili i morti. E’ quanto emerge dall’Amnil che si prepara ad affrontare domenica la 71esima Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro. Un tema all’ordine del giorno: l’ultimo episodio lo abbiamo raccontato solo una settimana fa, quando un operaio di 34 anni è stato travolto a Monte San Savino da un carrello carico di pannelli di legno riportando politraumi su tutti il corpo e trasferito in codice rosso a Le Scotte di Siena. A settembre era morto un uomo dopo essere caduto da un albero mentre lavorava in un’azienda agricola a Castiglion Fiorentino. I numeri del fenomeno sono in crescita, basti pensare che nel periodo gennaio/agosto 2021 gli infortuni totali denunciati ad Arezzo sono stati il 10,7% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno prima: 2511 contro i 2269 del 2020. Un dato che si posiziona sopra la variazione media italiana dell’8,5% in più. Sempre in provincia di Arezzo, salgono anche le malattie professionali denunciate che registrano un +17,3%: sono state 379 nei primi 8 mesi dell’anno contro le 323 del periodo gennaio-agosto 2020. Sotto comunque alla variazione toscana del +30,9% e sotto la media italiana del +31,5%.
Stabili ad Arezzo sono invece le morti, con 2 infortuni mortali sul lavoro registrati nel 2021 come nello stesso periodo gennaio-agosto 2020 che contribuiscono ai 37 morti toscani, 2 in meno dello stesso periodo 2020. Quello aretino è il dato più basso in regione insieme ai 2 morti di Grosseto, ma in questo calcolo non rientra per esempio il morto di settembre che quindi fa salire il triste conteggio a 3 decessi. “Nella nostra realtà i dati più importanti riguardano i lavori agricoli tra trattori ribaltati e chi cade potando alberi – spiega il presidente provinciale Amnil Mirko Marinelli – poi c’è il settore dell’edilizia con incidenti su impalcature e cantieri. Quando non si registrano decessi ci sono infortuni importanti. Il settore è uno dei grandi inquisiti anche a livello nazionale perché per sua natura più rischioso e perché qui la sicurezza è scomoda da applicare. A volte per risparmiare tempo si bypassano imbracature fondamentali”. Secondo il presidente dell’Amnil stiamo tornando indietro di 25-30 anni sugli infortuni considerando che l'anno non è finito. In Italia nei primi 8 mesi dell’anno sono morte 772 persone, nel conteggio rientrano anche i morti da Covid sul fronte dei sanitari. Da cosa dipendono questi numeri? “E’ dovuto anche alla pandemia e alla frenetica ripartenza che c'è stata dopo il Covid, con le imprese che corrono per cercare di recuperare quanto perso – spiega Marinelli – per riuscire a fare tanta produzione a volte si manomette il macchinario, si bypassano le norme di sicurezza per non perdere tempo e non si capisce che il danno è proprio non seguire le regole”.