AREZZO
Sono tredicimila in Italia, alcune migliaia nella Asl sud est. La fuga dagli ospedali si allarga a infermieri, oss, tecnici e rischia di creare una miscela esplosiva per il sistema sanitario nazionale - e a cascata nelle sue articolazioni territoriali - se la norma che prevede la riduzione delle pensioni per chi è entrato al lavoro prima del 1995 diventerà legge definitiva. "È un quadro generale preoccupante con effetti diretti sui servizi che potrebbero verificarsi anche nelle nostre strutture sanitarie", rilancia Claudio Cullurà, segretario del sindacato infermieristico Nursing di Arezzo. Che al problema nell’occhio del ciclone aggiunge la tendenza di "molti infermieri a scegliere incarichi nella libera professione o nelle strutture private, lasciando le corsie degli ospedali. Lamentano carichi di lavoro troppo pesanti e carenza di personale. Molti stanno valutando anche la strada delle dimissioni".
La misura prevista nella bozza della legge di stabilità rischia di provocare l’accelerazione dell’iter pensionistico per chi ha già maturato i requisiti o è vicino all’obiettivo. Giovanni Grasso presidente degli infermieri della provincia di Arezzo è netto: "Il taglio sostanzioso ai futuri assegni non soltanto potrebbe generare un aumento della fascia di povertà, ma apre le porte a un effetto fuga da ospedali e territori dirompente". Per Grasso "sarebbe un colpo mortale per il sistema sanitario nazionale , già aggravato dalla carenza di infermieri".