Infermieri, crescono le aggressioni. Ultimo caso un pugno al soccorritore. Allarme sulla carenza di personale

Appello del presidente Grasso: "Con l’estate pronto soccorso e reparti a rischio, i numeri non tornano". Dito puntato sui casi di violenza: "Un fenomeno sempre più diffuso, sono necessarie risposte definitive".

Infermieri, crescono le aggressioni. Ultimo caso un pugno al soccorritore. Allarme sulla carenza di personale

Infermieri, crescono le aggressioni. Ultimo caso un pugno al soccorritore. Allarme sulla carenza di personale

Un pugno in faccia per aver soccorso chi aveva bisogno. È solo l’ultimo caso accaduto a un infermiere impegnato in un servizio di emergenza. Caso finito in procura e procedimento aperto, con l’Ordine degli infermieri in campo per sostenere le spese legali del professionista aretino. Un caso che si aggiunge a una lista che si va allargando.

I dati del 2023 sono in via di elaborazione ma quelli presentati nella commissione sanità del consiglio regionale fotografano le dimensioni di un fenomeno sempre più diffuso nelle corsie degli ospedali, nei Pronto soccorso ma pure a bordo dell’ambulanza.

Nel 2020 sono state registrate 752 aggressioni al personale sanitario (561 aggressioni verbali, 191 aggressioni fisiche); 817 quelle del 2021 (591 aggressioni verbali, 226 aggressioni fisiche). Il dato si conferma stabile nel 2022, con una lieve crescita: 1258 casi (935 verbali e 323 fisiche). I dati del 2023 prefigurano numeri in salita anche per la crescita degli accessi nei Pronto soccorso. Ad Arezzo ogni giorno si registrano tra i 180 e i 190 ingressi, ma oltre la metà dei pazienti che chiedono l’intervento dell’equipe dell’emergenza, non dovrebbero stare lì: sono i cosiddetti codici minori. Un fenomeno su cui punta il faro Giovanni Grasso, coordinatore regionale e provinciale degli Infermieri: "In questi anni abbiamo fatto opera di sensibilizzazione, promosso campagne anche nazionali con lo slogan Rispetta chi ti Aiuta. Non è accettabile pensare che tutto possa essere riportato, con una stretta di mano, alla normalità, come se una persona bisognosa di soccorso avesse il diritto di comportarsi anche in modo violento".

Da una manciata di giorni è legge il procedimento di ufficio, misura messa in campo per arginare i casi in aumento e scoraggiare le reazioni violente di alcuni pazienti. Vedremo se anche in città e nel resto della provincia, scatteranno i nuovi provvedimenti. Ma c’è un altro tema su cui Grasso lancia l’allarme: "É la carenza di infermieri. Il turn over del personale e le ferie estive sono elementi non certo imprevedibili e non possiamo rischiare di trovarci in emergenza perchè mancano infermieri nei Pronto soccorso e nei reparti".

Grasso rilancia "l’esigenza di lavorare con organici adeguati per garantire la qualità del servizio. Fermare il turn over al 95% rappresenta un ostacolo per il raggiungimento di questo risultato, ma in ogni caso attingere alla graduatoria attiva dopo il concorso dello scorso anno è una scelta che non può essere rinviata". La richiesta alla Regione sta nel ricorso alle "assunzioni a tempo indeterminato e non con agenzie interinali o a tempo, perchè sanità non può essere precaria". Sollecitazione che Grasso rinnova anche sulla scorta delle segnalazioni "dai colleghi di strutture della nostra provincia. E sono segnalazioni che ci mettono in allarme".

Lucia Bigozzi