AREZZO
Cronaca

"Il mio Passatore con Mauro". La sfida speciale in 100 km

Misuri, editore di Radio Fly, accompagna nell’ultramaratona Firenze-Faenza un amico poliomielitico conosciuto a Compostela: "È l’impresa della vita".

"Il mio Passatore con Mauro". La sfida speciale in 100 km

"Il mio Passatore con Mauro". La sfida speciale in 100 km

di Fabrizio Paladino

È la sfida delle sfide per Mauro Calderini, poliomielitico dalla nascita e, da qualche anno a questa parte, runner per passione ma non solo. La sfida che ha iniziato ieri da piazza della Signoria a Firenze proseguirà fino a stamani con l’arrivo a Faenza. La corsa è quella del Passatore: 100 chilometri da affrontare per tutti, anche per Mauro, 61 anni di Pistrino, una vita contrassegnata con l’invalidità che, di fatto, lo condiziona nell’intera parte sinistra del corpo. Ma non solo. E’ l’aretino Giuseppe Misuri – editore di Radio Fly – amico da sempre di Mauro, che racconta tutte le difficoltà affrontate da questo piccolo-grande uomo. La malattia, la perdita del lavoro, la depressione. Ma c’è un passaggio cruciale – nel 2017 – che rappresenta una svolta per il 61enne altotiberino.

"Da tempo cercavo di stimolarlo – dice Misuri – Ormai Mauro aveva quasi mollato, passava le sue giornate solo al bar; era ingrassato, non voleva saperne di reagire. Fino a quando l’ho invitato a venire con me ad affrontare il cammino di Santiago. Qui lui ha scoperto che riusciva a camminare a lungo. Un giorno, disse: ‘Voglio fare la tappa di 51 chilometri, nelle Mesetas’: ci riuscì e, in quell’occasione, riprese coraggio. Mauro, da quel momento, non si è più fermato. Ha partecipato a varie corse, alcune maratone; arriva quasi sempre ultimo, ma non gli interessa. Guarda avanti, ha la forza giusta. Da tempo, ormai, è un’altra persona. Il podismo lo ha salvato da quel lungo periodo dove, dopo l’amara esperienza lavorativa conclusa alla Del Tongo, aveva bussato a varie porte senza trovare risposta per lui, la moglie e il figlio",

Ieri da piazza della Signoria di Firenze, Giuseppe ha accompagnato in questi lunghi cento chilometri il suo grande amico.

"Ho un traguardo da raggiungere – ha detto l’ultramaratoneta – devo arrivare lì,passo dopo passo, fino a Faenza; non mi fermerò di sicuro, ce la devo fare a ogni costo".

"La sua disabilità – sottolinea Giuseppe – non l’ha mai fatta pesare a nessuno. Mauro è veramente una persona speciale che si è affidato allo sport per rinascere una seconda volta. Durante la corsa, nei primi chilometri, l’ho visto come sempre deciso e battagliero; a un certo punto, mi ha detto: ‘Sarò ultimo? L’importante è arrivare in fondo’".