Il governo dice no al documento Ue: "Così si promuove la teoria gender"

È tra i 9 Paesi che hanno respinto la dichiarazione. La ministra Roccella spiega .

Il governo dice no al documento Ue: "Così si promuove la teoria gender"

Il governo dice no al documento Ue: "Così si promuove la teoria gender"

L’Italia è tra i 9 Paesi dei 27 Ue che non firmano la dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtiq+. I firmatari del testo, tra cui tutti i grandi Paesi europei, "si impegnano ad attuare strategie nazionali per le persone Lgbtiq+", oltreché a sostenere la nomina di un nuovo Commissario per l’uguaglianza in vista della prossima Commissione. L’Italia dice no, insieme a Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Per il ministero di Eugenia Roccella (nella foto), è "ovvio" il criterio che ha determinato la scelta: la dichiarazione "era in realtà sbilanciata sull’identità di genere, quindi fondamentalmente il contenuto della legge Zan". Dure le reazioni delle opposizioni, a partire dal Pd: "Che rabbia e che vergogna questo governo che decide di non firmare, - dichiara la segretaria Elly Schlein - non è accettabile". La leader ricorda la firma arrivata dallo stesso esecutivo l’anno scorso e affonda: "quest’anno non lo fa per fare campagna sulla pelle delle persone discriminate". Netto il leader M5S Giuseppe Conte: "l’Italia ha deciso di inseguire il modello culturale orbaniano, questa è la posizione reazionaria di chi ci governa". Posizione simile espressa da Riccardo Magi di +Europa: "Meloni schiaccia il nostro Paese tra i piccoli staterelli omofobi". La ministra Roccella replica: "La sinistra usa l’omofobia per nascondere il suo vero obiettivo, il gender".