Il destino del Parco eolico. Salta ancora l’incontro: la Regione prende tempo

La riunione della conferenza dei servizi, prevista per stamani, è stata rinviata. Sulla vicenda si era espressa negativamente l’Emilia-Romagna e vari Comuni.

Il destino del Parco eolico. Salta ancora l’incontro: la Regione prende tempo

Il destino del Parco eolico. Salta ancora l’incontro: la Regione prende tempo

Impianto eolico "Badia del Vento": quando il "sì" da parte della Regione Toscana sembrava oramai definitivo, ecco la novità dell’ultimo minuto. La riunione della conferenza dei servizi, prevista per stamani, è stata infatti rinviata a data ancora da definire, come riporta la nota del settore della direzione "tutela dell’ambiente ed energia". Un ripensamento, viene da chiedersi? Di certo, è ancora da definire la posizione unica regionale: non esiste al momento per ciò che riguarda la pronuncia di valutazione di impatto ambientale, non dimenticando che contro il progetto (29,4 megawatt di potenza, 7 aerogeneratori alti e opere di connessione nel territorio di Badia Tedalda) si sono già negativamente espressi la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Rimini, il Comune romagnolo di Casteldelci e le relative Soprintendenze.

L’incontro odierno, poi saltato, era già slittato di una settimana, a seguito di una ulteriore documentazione depositata dalla ditta proponente e il parere del settore "tutela, riqualificazione e valorizzazione del paesaggio" della "direzione urbanistica e sostenibilità" della Regione Toscana è comunque favorevole all’installazione del parco, dal momento che all’azienda erano state impartite in gennaio alcune raccomandazioni per un miglioramento del contesto paesaggistico e che nell’integrazione presentata – si legge – è stato dato un "positivo riscontro a quanto richiesto". Nello specifico, la revisione della pista di accesso a una piazzola, evitando il frazionamento dell’area boscata; la realizzazione della pavimentazione esterna dell’area dello stallo utente con griglia salvaprato carrabile o elementi paesaggisticamente analoghi, in luogo degli autobloccanti e l’utilizzo di una pigmentazione adeguata per la pavimentazione drenante, prevista per i tratti a maggior pendenza.

Risultato: il progetto avrebbe tutti gli accorgimenti necessari per superare gli impatti paesaggistici emersi nel corso dell’istruttoria. Inoltre, le torri non interessano aree collocate a quota 1200 metri di altitudine, né vi sono aerogeneratori a quote prossime a quella appena ricordata. Non vi sono nemmeno nelle vicinanze aree tutelate ai sensi dell’articolo 136 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. I comitati sorti in zona sono già pronti per l’eventuale contrattacco: "Se questo e gli altri progetti dovessero essere applicati, faremo ricorso al Tar competente e stiamo già raccogliendo i soldi", hanno detto in una intervista quelli di "Crinali Bene Comune", mentre l’altro comitato si chiama "Appennino Sostenibile".