MARCO CORSI
Cronaca

Il 17 gennaio 1996 moriva Vasco Farolfi. Una vita per l’Aquila

A distanza di quasi 30 anni i tifosi rossoblù continuano a ricordarlo con affetto e nostalgia.

Vasco Farolfi

Arezzo, 17 gennaio 2024 – Molti montevarchini ricordano perfettamente dove erano quel giorno, perché quando muore una persona cara e comunque un personaggio pubblico, non ci si dimentica quegli istanti. Era il 17 gennaio 1996 e lasciava la vita terrena in una clinica di Montecarlo Vasco Farolfi, uno dei più importanti imprenditori della città e soprattutto presidente, insieme all'indimenticabile Lezio Losi, dell'Aquila calcio, un simbolo della comunità, che ha fatto innamorare generazioni di montevarchini. Come ha ricordato lo storico e giornalista Leonardo De Nicola, quando il calcio aveva il magico potere di essere argomento di discussione per intere giornate, catturare l'interesse di una intera città e i sogni dei tifosi si riempivano di certezze, tutto questo lo si deve, in parte, ad un mondo che non esiste più e, molto, a dirigenti e appassionati che hanno fatto la storia dei club. Uno di questi è stato proprio Vasco Farolfi.

Per una vita accanto ai colori del Montevarchi, il suo sogno era quello di portare la gloriosa società rossoblu in serie B, e forse ci sarebbe anche riuscito, perché l'anno in cui è morto la squadra stava disputando un gran campionato in serie C. Ha investito ingenti risorse per la vecchia Aquila e celebri sono i suoi taccuini, dove annotava scrupolosamente i rimborsi da dare ad ogni singolo calciatore o allenatore, impegni onorati fino all'ultima lira. Ma la grande passione verso il Montevarchi è stata il motore di una vita intera, insieme alla sua attività di imprenditore navigato. Innumerevoli per Vasco i successi: dalle promozioni in serie C ai tanti giocatori di prestigio che hanno in quegli anni vestito la maglia aquilotta...una lista interminabile e prestigiosa. Come gli allenatori, con una menzione speciale per Costanzo Balleri e Pierino Braglia, capaci, scaltri, sanguigni.

"Quando ricordiamo gente come Vasco, abbiamo la sensazione di un tempo perduto, e non certo per scarsa considerazione verso gli attuali dirigenti che sono dei benemeriti e coraggiosi - ha ricordato il nostro Leonardo De Nicola - Ma proprio per quel mondo antico che faceva battere il cuore, dove il rito della partita era sacro e con esso il senso della comunità. Ricordare Farolfi e con lui tutti gli altri (Losi, Parigi, Scala, Antonelli, Terziani ecc ecc.) significa ricordare il tempo più bello, senza indurre a compromessi con la nostalgia e con l'età che avanza...inesorabile". Un ricordo dello storico presidente dell'Aquila è arrivato anche dall'Associazione Memoria Rossoblu.