
La città diventa racconto: testimonianze di guerra tra le vie del paese. Sabato si inaugura l’iniziativa ideata da Diego Dalla Ragione. e realizzata dall’Archivio Diaristico con Promemoria e Comune. .
di Marianna Grazi
A la memoria non si conserva solo negli archivi, ma si cammina, si ascolta, si scopre tra le vie del centro storico. Si intitola "I muri parlano" il nuovo progetto che trasforma la città in un percorso narrativo, fatto di venti mattonelle con QR Code che raccontano la distruzione del paese, nell’estate del 1944, ad opera dei soldati tedeschi. Ogni tappa, una voce, ogni voce, un frammento di storia da conservare. L’iniziativa è nata da un’idea di Diego Dalla Ragione e realizzata dall’Archivio Diaristico Nazionale in collaborazione con Promemoria odv e Comune, e sarà presentata sabato 23 agosto alle 18 in piazza Plinio Pellegrini, introdotta da Camillo Brezzi e Natalia Cangi nell’ambito della rassegna "Tra voci di carta".
"I muri parlano nasce con l’obiettivo di creare un museo diffuso della memoria – dichiara l’ideatore – È il tentativo necessario di mettere in comunicazione il paese moderno con quello antico e cancellato, attraverso la miracolosa sutura di quelle tante voci, testimoni della tragedia, che si sono prestate al racconto di quello che fu, e che il cammino delle ‘mattonelle’ intende rievocare in quegli esatti luoghi in cui accadde". Un progetto di memoria partecipata quindi, in cui al centro ci sono le testimonianze dei pievani affidate sia a supporti fisici che alla parola scritta e parlata, come da tradizione del Paese dei diari.
Un vero percorso a tappe, con un inizio simbolico, la testimonianza di Omero Gennaioli a Palazzo Pretorio, e una fine altrettanto significativa con Adele Cangi all’Asilo Umberto I. Ma ogni visitatore potrà costruire liberamente il proprio cammino, scegliendo da quali storie farsi guidare. Dalla Ragione, dal canto suo, parla di Pieve come una "iper-città della memoria. Un paese che, a differenza delle vicine Sansepolcro, Anghiari e Monterchi, ha la fortuna di non essere bello, del bello immediato, ostensibile, definitivo, ecumenico, bensì un luogo che si inscrive nella dimensione del desiderio: una tela aperta, con i suoi strappi, le sue calcinature, i suoi buchi da suturare, un paese da ascoltare e riscoprire continuamente così come fanno un orecchio teso all’ascolto e un muro che parla".
Durante l’incontro di sabato 23 l’attore Mario Perrotta interpreterà brani tratti dalle memorie di don Adriano Cascianini, testimone diretto delle azioni dell’esercito tedesco e dell’intervento della Sottocommissione alleata ai Monumenti, i cosiddetti "Monuments Men". Fu proprio grazie alla pressione della comunità da lui guidata che venne salvata la pala robbiana "L’Assunzione della Vergine", oggi custodita nella Collegiata di Santo Stefano.
Il progetto proseguirà poi con un secondo appuntamento giovedì 18 settembre alle 16.30, nell’ambito del 41° Premio Pieve, quando all’Orto delle Pierguidi sarà presentata la mattonella dedicata a Grazia Cappelletti, figura storica dell’Archivio, con interventi di amici e collaboratori coordinati da Giacomo Benedetti.