"Ho sbagliato, sono pentita: ho offeso tutte le donne". Rossella Angiolini, il giorno dopo

«Ero arrabbiata per il silenzio a sinistra sul delitto Saman che è molto più di un femminicidio. «Le mie dimissioni presentate senza alcuna sollecitazione»

Rossella Angiolini

Rossella Angiolini

Arezzo, 12 giugno 2021 - Dispiaciuta, mortificata, praticamente avvilita. Così Rossella Angiolini dopo le frasi choc sul delitto Saman: «Ma quelle zoccole di femministe di sinistra dove sono?»

Avvocato, che le è passato per la mente? «Non ho riflettuto, ho scritto di impulso, dimenticando anche il mio ruolo di presidente della commissione pari opportunità della Provincia».

Non solo quello, lei è anche stata consigliere regionale, assessore comunale, candidata a sindaco. Insomma, una donna delle istituzioni... «Vero, ma sono fuori dalla politica ormai da anni e adesso vivo da libera cittadina che può dire quello che pensa, anche di politicamente scorretto. Ma in questo caso sono andata oltre, tornassi indietro non mi permetterei mai di scrivere una cosa del genere».

A mente fredda, cosa la turba di più? «L’aver offeso le donne con quel termine, siano esse di destra, di sinistra o come vogliono loro».

Ha scatenato un putiferio... «Mi sono anche meravigliata che quel post abbia suscitato tante reazioni violente, non lo ritenevo nemmeno così interessante. Non immaginate cosa mi scrivono su Facebook, a un certo punto ho smesso di guardare perché non ce la facevo più».

Ci spieghi le motivazioni di quella frase oltre il limite... «Ero arrabbiata, il delitto Saman mi ha colpito in modo forte e vedevo che da parte delle donne di sinistra non c’è stata quella mobilitazione avvenuta ad esempio per il Ddl Zan o per il caso Floyd. Sa cosa mi dà più fastidio?».

Ce lo dica... «Prima Letta, poi pure il segretario provinciale del Pd Ruscelli: entrambi parlano di femminicidio, ma qui c’è molto di più. E’ un femminicidio frutto di una cultura diversa, una cultura che non riconosce libertà alla donna».

Quando ha deciso di dimettersi? «Giovedì sera dopo che il caso era esploso. Ho inviato la lettera di dimissioni alla presidente della Provincia ieri mattina alle 9 ritenendo che il mio grave errore non consentisse più la permanenza alla guida delle pari opportunità».

Silvia Chiassai dice che le ha chiesto di dimettersi... «Ho dato immediatamente le dimissione senza sollecitazione alcuna prima che Chiassai me le chiedesse».

Da questa vicenda quale insegnamento trae? «La mia amarezza deriva soprattutto dal fatto che non riesco a trovare una minima giustificazione. Continuerò a dire quello che voglio senza peli sulla lingua, ma in maniera composta. La lezione mi fa anche riflettere sull’utilizzo dei social, strumento che può diventare diabolico se usato in un momento di rabbia. Facebook non mi vedrà più per diverso tempo».