
di Sara Trapani
Famiglia percepisce per oltre due anni il reddito di cittadinanza anche se il capofamiglia gestiva una fiorente attività imprenditoriale di raccolta di rifiuti in nero e senza alcuna autorizzazione. Evasi redditi per 120 mila euro. Nonostante vivesse nel lusso, un intero nucleo familiare da tempo residente in Casentino, usufruiva da oltre 2 anni del reddito di cittadinanza, la misura di sostegno che lo Stato ha introdotto per dare aiuto alle famiglie più bisognose che, in questo periodo di crisi, non trovano o hanno perso il lavoro. A scoprire i "furbetti" sono stati i finanzieri della Tenenza di Poppi coordinati dal gruppo di Arezzo, da tempo impegnati nel contrasto degli indebiti accessi a prestazioni assistenziali. In particolare gli accertamenti hanno consentito di ricostruire i redditi sottratti a tassazione, dall’anno 2016 in poi, per circa 120 mila euro nonché di avviare, in stretta sinergia ed in comune scambio informativo con l’Inps competente, le procedure di revoca e di recupero delle somme indebitamente percepite pari ad oltre 12 mila euro a titolo di reddito di cittadinanza.
Secondo gli inquirenti, infatti, l’illecita attività avrebbe consentito all’imprenditore di mantenere un buon tenore di vita, acquistare un’autovettura di grossa cilindrata ma anche sostenere gli studi universitari dei propri figli con alloggio fuori provincia oltre a comprare una casa nel centro di Bibbiena pur beneficiando dell’assegnazione di un alloggio di edilizia popolare. Nelle dichiarazioni sostitutive presentate per ottenere il reddito di cittadinanza la moglie dell’imprenditore dichiarava invece che il nucleo familiare era privo di reddito e di patrimonio immobiliare ed è proprio per questo che entrambi sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per violazione del decreto legge istitutivo del reddito di cittadinanza che sanziona tale comportamento con la reclusione da due a sei anni.
Ma i guai per l’imprenditore non finiscono qui: l’uomo è infatti stato deferito alla Procura di Arezzo anche per violazione del Codice dell’Ambiente in quanto sprovvisto delle autorizzazioni, per l’illecita attività organizzata di raccolta di rifiuti.
Il servizio portato aventi dalla Guardia di Finanza testimonia l’approccio multidisciplinare dell’attività istituzionale del Corpo tesa a contrastare i fenomeni illeciti, con particolare attenzione all’indebito accesso ai benefici assistenziali ottenuti da chi non ne ha titolo, che genera un danno per le casse pubbliche e per le persone che ne hanno diritto e necessità.