
Padre Graziano in aula
Arezzo, 4 marzo 2016 - Torna alla ribalta stamani il giallo della scomparsa di Guerrina. E la Corte d'Assise che vede imputato per omicidio e occultamento di cadavere padre Graziano. Oggi al centro i «pizzini», veri o presunti, attribuiti a padre Graziano. Quelli che gli vennero sequestrati il giorno dell’arresto, nel convento romano dei premostratensi. Lo stesso nel quale oggi il frate rimarrà, preferendo la preghiera all'ennesima trasferta ad Arezzo.
I carabinieri quel 23 aprile trovarono nei cassetti di tutto, compresi quei fogliolini. Ma soprattutto c’erano due frasi a destare scalpore: «Guerrina non c’è più» e «Il telefonino è caduto nell’acqua insieme al libro delle preghiere». La procura le ha interpretate come elementi d’accusa. La difesa risponde che è un equivoco, solo appunti presi durante alcune trasmissioni tv. E poi gli appunti sarebbero di almeno tre grafie diverse.