
Il cuore della città nasconderebbe, al di sotto, un’intera mappa di costruzioni
di Laura LucenteCORTONAUn patrimonio nascosto sotto i nostri piedi e finalmente restituito alla vista, seppure in forma digitale, grazie a strumenti all’avanguardia e a una sinergia internazionale. Si è appena conclusa la seconda campagna di ricerche archeologiche condotta dalla Duke University di Durham (Carolina del Nord, USA), sostenuta dal Comune di Cortona, dall’Accademia Etrusca, dal Maec e dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. Un’équipe composta da docenti e studenti ha lavorato intensamente per oltre due settimane su tutto il territorio cortonese, adottando tecniche di indagine non invasive. Nessuno scavo, nessuna alterazione del suolo: solo droni, strumentazioni geofisiche e ricognizioni di superficie, per un risultato che lascia spazio all’immaginazione quanto alla scienza. I risultati parlano chiaro.
Monumenti già noti come i tumuli del Sodo e Camucia, la Tanella Angori e quella di Pitagora sono stati rilevati e ricostruiti in 3D ad altissima definizione. Un lavoro di digitalizzazione che permette oggi di esplorare queste strutture in maniera immersiva e dettagliata, aprendo nuove strade alla conoscenza e alla divulgazione. Ma la scoperta che fa discutere è un’altra: muri etruschi sotterranei rilevati nel pieno centro storico, sotto l’attuale Piazza Signorelli, con conformazioni che potrebbero far pensare alla presenza di un teatro antico. Una suggestione affascinante che attende conferme, ma che da sola basterebbe a riscrivere pezzi importanti della topografia urbana della Cortona etrusca. Nel frattempo, l’attività di mappatura e ricognizione ha permesso di aggiornare e ampliare il censimento delle ville romane e degli edifici etruschi nell’area cortonese. Un lavoro minuzioso che, con il benestare della Soprintendenza, potrebbe sfociare in scavi archeologici veri e propri nei prossimi anni. Un altro dato importante riguarda il materiale raccolto: centinaia di migliaia di scatti fotografici, destinati a confluire in un archivio digitale accessibile a ricercatori e cittadini.
Non solo documentazione, ma anche base di partenza per una mostra digitale in programma al Maec nel 2026, pensata per valorizzare questi dati in una chiave visiva e narrativa nuova, adatta a un pubblico contemporaneo. "Ringraziamo gli studenti e i docenti della Duke University – dichiarano il sindaco Luciano Meoni e l’assessore alla Cultura Francesco Attesti – per aver realizzato uno studio che va a beneficio della conoscenza storica della città e del territorio cortonese. Una collaborazione che ci auguriamo possa continuare e crescere negli anni".