
di Federico D’Ascoli
A febbraio fu "rinviata" e non "annullata". La Giostra del Saracino in notturna che il 19 giugno non si correrà potrebbe aver trovato una sua collocazione nel calendario: sabato 28 agosto. Nell’ambiente dei quartieri il ritorno all’antico con due edizioni in una settimana viene considerato un male necessario, una conditio sine qua non per raddoppiare l’appuntamento con il Buratto a oggi fissato solo per domenica 5 settembre. Il rallentamento dei contagi e l’accelerazione delle vaccinazioni sono elementi che fanno respirare un pizzico di ottimismo anche se sulla data non c’è uniformità. Porta Sant’Andrea preferirebbe distanziare le due edizioni di un mese, andando a correre la seconda tra fine settembre e inizio ottobre. Posizione comprensibile ma poco applicabile dal punto di vista procedurale e finanziario. C’è infatti da ricordare che la riforma Gamurrini del 2019 ha tolto ai rettori qualsiasi facoltà decisionale in ordine all’organizzazione delle Giostre: è il consiglio comunale che dovrà stabilire la data del recupero, dopo aver preso in esame il parere non vincolante della Consulta. Di sicuro l’amministrazione Ghinelli bis ha dimostrato di preferire le vie brevi, così come è successo in occasione delle proroghe. Anche in questo caso si procederà senza preoccuparsi troppo dei regolamenti giostreschi, appoggiandosi all’eccezionalità della pandemia planetaria. Dal punto di vista economico correre a distanza di otto giorni è l’unico modo per abbattere i consistenti costi di montaggio e smontaggio delle tribune. Una spesa vicina ai 100 mila euro che se raddoppiata si trasformerebbe in un boomerang per tutto il sistema. Considerando anche i limiti ai posti in piazza (a oggi non potrebbero entrare più di mille persone) e il conseguente abbassamento degli incassi, pensare a due edizioni staccate è pura utopia in un’annata in cui i quartieri hanno anche chiesto al Comune risorse aggiuntive rispetto al canonico contributo da 15 mila euro.
Il problema, semmai, iniziano a essere i tempi. Servono un paio di mesi per organizzare, con tutte le pastoie burocratiche del caso, una Giostra. Per questo la fine di giugno è un tempo limite che non si può oltrepassare se davvero si vuole scendere in lizza con otto giorni d’anticipo rispetto al 5 settembre. Anche perché, se davvero si dovesse puntare sul 28 agosto, il 21 c’è già da essere pronti per l’estrazione delle carriere che, come negli anni delle Giostre attaccate, potrebbe essere unica per due edizioni.
L’obiettivo è quello di consentire, con le dovute precauzioni da Covid, tutte le attività del pre Giostra, compreso il corteo storico. La richiesta dei rettori è chiara: "poter correre Giostra in ogni sua parte", limitando e gestendo pubblico ed eventuali assembramenti. Ma anche su questo un protocollo condiviso di regole è ancora in alto mare.