
Giordana Giordini è il presidente designato di Confindustria Toscana Sud
Per la prima volta nella sua storia Confindustria Toscana Sud avrà una presidente donna. La designazione è arrivata dal Consiglio Generale e il passaggio ufficiale avverrà a novembre, durante l’assemblea generale con il cambio della squadra di vertice. Accanto a lei ci saranno due vice presidenti: Marco Busini per Siena e Andrea Fratoni per Grosseto. Aretina, 56 anni, Giordana Giordini è titolare insieme al fratello Alessandro della Giordini srl, azienda orafa di 40 dipendenti giunta alla terza generazione. Giordini è attuale presidente della sezione oreficeria gioielleria di Confindustria Toscana Sud, consigliere di Federorafi e della Camera di commercio, oltre che censore della Banca d’Italia. La presidente designata raccoglie l’eredità del valdarnese Fabrizio Bernini e guarda a un mandato complesso, segnato dalle incertezze economiche e dalla necessità di ritrovare competitività.
Giordini, come sarà composto il nuovo assetto di vertice?
"Insieme a me ci saranno due vicepresidenti: Marco Busini, presidente di Confindustria Siena, e Andrea Fratoni, presidente di Confindustria Grosseto. Due uomini e una donna. Hanno scelto me: è un bel segnale che mi responsabilizza ulteriormente".
Sul fronte infrastrutturale, quali sono i nodi principali?
"Oggi i collegamenti sono un problema. Con i cantieri della terza corsia l’autostrada è diventata un’incognita: entri e non sai quando arrivi a Firenze o Roma. Ho letto dell’ipotesi di voli brevi da Molin Bianco: tutto ciò che migliora la connessione con Milano e Roma mi trova favorevole. Se si possono sviluppare soluzioni condivise, io ci sono".
Sulla stazione dell’alta velocità Medioetruria cosa dice?
"È un progetto importante ma va analizzato a fondo. Quello che è certo è che la mobilità è decisiva per le imprese".
Qual è lo stato di salute del distretto orafo aretino?
"Il distretto resta un’eccellenza mondiale, ma attraversa una fase complessa. L’oro è da sempre il cuore dell’economia aretina, però oggi ci scontriamo con mercati instabili, nuove barriere doganali e una domanda che cambia velocemente".
Quali sono i rischi principali per il distretto?
"In primo luogo la volatilità internazionale: i dazi, le tasse aggiuntive, le tensioni geopolitiche pesano su un settore che vive di export. Per le nostre aziende anche una piccola variazione nei costi o nei tempi di consegna può significare molto. Poi c’è il tema del credito: in un momento delicato non possiamo lasciare soli gli imprenditori".
Quali strumenti servono per rafforzare le imprese orafe?
"Infrastrutture adeguate per essere competitivi, accesso al credito e alla finanza, formazione. Non parlo solo di giovani che entrano nel settore, ma anche di aggiornamento per chi già lavora. La sfida dell’innovazione, anche digitale, è decisiva: dall’e-commerce ai nuovi modelli produttivi dobbiamo essere pronti".
Il legame con le scuole e l’università è un punto centrale?
"Assolutamente sì. Formazione significa futuro. Collaborare con scuole e università è fondamentale per avere nuove competenze e trattenere i talenti sul territorio. Abbiamo bisogno di giovani che vedano il distretto come un’opportunità, non come un settore del passato".
Quali sono i suoi impegni da presidente designata di Confindustria Toscana Sud?
"Voglio portare avanti l’armonia costruita negli anni con Siena e Grosseto, rafforzando la voce comune del sistema imprenditoriale. Ma soprattutto lavorare per garantire credito, infrastrutture, formazione e una presenza forte nei confronti delle istituzioni regionali e nazionali".
F.D’A.