
Arezzo, 5 giugno 2023 – "Sono scandalizzato dal comportamento di chi in modo irresponsabile ha portato la fabbrica in un vicolo cieco". Eugenio Giani e la sua chioma argentata si affacciano intorno alle 17 davanti alla Fimer. Penalizzato dal solito imbuto dell’autostrada ma in gran forma. "La sento come la vertenza più grossa della Toscana: deve diventare un caso nazionale". Lo scandisce oltre la sbarra del cancello. Nell’azienda restano solo i dieci operai di turno per l’occupazione: tutti gli altri si concentrano fuori ad ascoltarlo, ma senza invadere gli altri spazi.
"Domattina chiamerò il ministro per chiedere un suo intervento". Sotto la pioggia battente e una nuvola quasi più nera della surreale crisi del gigante degli inverter scatta l’applauso di chi ancora appende la sua vita a quell’azienda. E ora la vede scricchiolare.
Una linea che il Governatore ribadisce in serata a "La Nazione". "Sono rimasto freddato dalla notizia che la proprietà abbia rifiutato il piano Greybull McLaren. Avevo incontrato l’amministratore delegato pochi giorni fa, l’ho trovato un partner solido, con la forza e la passione per investire. Non capisco questo ennesimo stop".
Non lo capiscono neanche i dipendenti, men che meno i sindacati, e non a caso ogni sei ore continuano a darsi il cambio nell’azienda occupata. Aprono gli ombrelli per pararsi dalla pioggia ma non bastano a proteggerli dalla bufera che si scatena intorno a Terranuova. Chiedono risposte: nel cuore di un ponte che avrebbe potuto essere uno spazio di riposo e che si è trasformato in un inferno.
"La situazione – aggiunge Giani – deve essere sbloccata al massimo in quindici giorni per non correre altri rischi". La terapia d’urto?: "Mi rapporterò nelle prossime ore con il Prefetto Maddalena De Luca". Prefetto che intanto aveva già preso il toro per le corna: mercoledì, conferma il sindaco Sergio Chienni agli operai riuniti, è in programma un vertice a Poggio del Sole. Sperando che almeno qui spunti davvero.
"Subito dopo in mattinata chiamerò il ministro Adolfo Urso: già in altre vicende ho riscontrato il suo impegno per la soluzione dei problemi". A fianco del cancello un lenzuolo malconcio sventola e aggancia la vicenda Fimer a quella della Gkn. "E’ un caso pesantissimo ma in questo momento la vicenda di Terranuova è la più calda". Ad ascoltarlo in prima fila Valerio Fabiani, il suo consigliere di fiducia sul fronte delle grandi crisi, ormai quasi terranuovese d’adozione. Si prende i ringraziamenti di Giani, insieme ai sindaci del Valdarno presenti, ai sindacati impegnati a centrare gli obiettivi anche mantenendo l’occupazione nei binari delle regole. Alla gente che da Terranuova si stringe intorno all’azienda. "Se salta la Fimer a pagarne le conseguenze saranno tutta la città e una bella parte del Valdarno".
L’assemblea spontanea si esaurisce in pochi minuti, mentre la nuvola nera non abbandona i cieli del Valdarno. Un signore passa in bicicletta, incuriosito. Capisce di che si tratta e resta anche lui sotto la pioggia, ben piantato sulla sella. Giani in serata allarga la riflessione. "Non capisco la rottura: certo se fosse per mantenere il timone dell’azienda è impensabile che chi investa non voglia cambiare la governance interna e reimpostare il futuro". Il futuro, esattamente quello che sta sfuggendo al popolo della Fimer: e sotto la pioggia si sente tremare la terra sotto i piedi.