Con la frana a 30 metri da casa, ecco le zone critiche dopo il maltempo

E45 chiusa ai Tir per tutto il mese. Nella zona di Badia le situazioni paradossali. Parcheggiano prima del ribassamento e arrivano a piedi. La superstrada sbarrata verso nord ai camionisti fino al 29. Resta precluso l’accesso ai Mandrioli

A Sansepolcro scatta l’uscita obbligatoria dei Tir in direzione della 73 e di Arezzo (foto repertorio)

A Sansepolcro scatta l’uscita obbligatoria dei Tir in direzione della 73 e di Arezzo (foto repertorio)

Arezzo, 23 maggio 2023 – Hanno la frana a trenta metri da casa. Nella zona di Badia Tedalda, lì dove vivono in prima battuta il lembo dell’ondata di maltempo dei giorni scorsi e insieme i collegamenti ormai contorti con il versante romagnolo.

Il livello della strada che conduce a delle case sparse a ridosso si è abbassato e la stessa strada è stata chiusa: il passaggio delle macchine non avverrebbe in condizioni di sicurezza.

La vicinanza della frana da una parte, almeno da una parte, è un vantaggio. Perché parcheggiano prima dell’avvallamento e completano il percorso a piedi. Così la sera quando tornano a casa, così la mattina quando si rimettono in moto. Un breve tratto, salgono in auto e via. Ma è uno dei paradossi che si trascinano in quel versante tra la Valtiberina e la zona alluvionata dove si avvertono ancora con forza le cicatrici del maltempo.

Che su ampia scala continuano a portare la E45 in vetrina. La superstrada doveva riaprire ieri a mezzogiorno. Ma è stato l’ennesimo mezzogiorno non di fuoco ma con un buco nell’acqua. Le prefetture di Arezzo e di Forlì Cesena, che stanno procedendo da una settimana in sintonia perfetta, hanno valutato che le lancette e il calendario dovessero essere spostate più in avanti.

C’è chi suggeriva di evitare una nuova data di riapertura, per evitare un altro tira e molla al suono della sveglia. Ma al posto della formula di un rinvio fino al termine dell’emergenza è arrivato un altro messaggio di Anas più circoscritto.

Il nuovo punto di caduta è fissato a lunedì 29 maggio: alle 18, tanto per rimuovere i rischi eventuali di mezzogiorno. La misura è la stessa che finora ne ha rinviato i termini. Cambia un po’ la causa. Stavolta non si parla di un rinvio legato ai soccorsi o alla messa in sicurezza del versante romagnolo ma del blocco inevitabile sulla statale 3 bis “Tiberina”, versante romagnolo.

Fino al 29 maggio la modifica alla circolazione è valida per i mezzi con massa superiore alle 3,5 tonnellate in direzione Ravenna. A Sansepolcro resta attivo il filtraggio dei mezzi pesanti con lunga percorrenza.

I mezzi pesanti in transito verso nord sono deviati con uscita obbligatoria e indirizzati sulla statale 73: per Arezzo, in modo da utilizzare poi l’autostrada. Un mosaico al quale si unisce la frana della statale 71 e l’intervento ancora in corso di liberazione della galleria "Lago di Quarto".

Un quadro nel quale il traffico verso Arezzo non è destinato a lievitare: ormai i camionisti sanno di non poter contare sulla E45 e quindi la evitano a prescindere. Ma di certo alimenta la presenza dei giganti della strada sull’autosole, che torna a tutti gli effetti il collegamento unico tra le due parti di Italia.

E resta in panne anche la strada dei Mandrioli. Era stata ripristinata di recente ma la sua funzionalità è finita subito: impossibile passare finché non sarà sgomberata dai detriti la frana sopra il Raggio. I lavori sono partiti ieri, i tempi non dovrebbero essere infiniti. E resta a metà servizio la strada di collegamento con l’enclave di Ca’ Raffaello. Resta percorribile a senso unico alternato. E con gli occhi aperti.