GLORIA PERUZZI
Cronaca

"Fondazione d’arte per la città". Angiolini lancia l’operazione e chiama artisti internazionali. La moda e il link con i giovani

L’imprenditore lancia la nuova sfida che gira intorno a un concetto nuovo di arte moderna. Fissa il traguardo al 2025 e lavora alla festa per i 50 anni di attività: "Sarà per tutti gli aretini".

"Fondazione d’arte per la città". Angiolini lancia l’operazione e chiama artisti internazionali. La moda e il link con i giovani

"Fondazione d’arte per la città". Angiolini lancia l’operazione e chiama artisti internazionali. La moda e il link con i giovani

"Sono un pazzo visionario innamorato della bellezza in tutte le sue forme, un viaggiatore in cerca di messaggi positivi ed eleganza - rivela Beppe Angiolini, imprenditore, presidente onorario della Camera dei buyer della moda e direttore artistico di Oroarezzo.

Proprietario di "Sugar", uno dei tre negozi più belli al mondo secondo la stampa internazionale. Connubio perfetto tra arte e moda, meta ambita di vip e turisti attratti dalle ultime tendenze come dai mosaici antichissimi o dagli affreschi di Spinello Aretino che si possono ammirare nella dimora storica che ospita il concept store.

Angiolini, acquistare Palazzo Lambardi è stato un gesto di gratitudine per Arezzo?

"Ho unito l’ambizione di realizzare qualcosa di grande all’amore per la città. Volevo creare una destination internazionale". Trova che manchi promozione all’estero?

"Arezzo è stupenda, ma dovremmo trovare una chiave diversa per farla conoscere nel mondo. Accade un po’ in tutta Italia, siamo circondati da bellezza, ma non sappiamo comunicarla. Fossi il ministro del turismo, lavorerei meglio su questo".

Ha qualche idea?

"Io sto lavorando alla creazione di una Fondazione dove verrà sviluppato un concetto nuovo di arte moderna. Voglio coinvolgere molti artisti anche internazionali, qualcosa che possa essere utile ai giovani. Potrebbe essere una bellissima cosa per Arezzo e per cercare di renderla sempre più città del mondo. Sono ai primi passi, non sarà facile, ma spero di realizzarla entro il 2025".

Come ha scelto la moda per lavoro?

"Sono sempre stato un fissato della moda, spendevo tutto in vestiti anche prima di avere il negozio. Trasmettere agli altri una moda non stereotipata, uno stile ’Sugar’, non troppo classico e non troppo fashion, è stato il passo successivo e l’idea che mi ha portato fin qui".

Cos’è lo stile?

"L’espressione della propria identità. Le persone devono essere libere di indossare ciò che vogliono, oggi la moda è libera veramente. Nulla vieta di comprare un pezzo griffato da me e poi un altro in un negozio fast fashion".

È il fast fashion il futuro della moda?

"Sta funzionando, non ho niente in contrario. Alcuni sono anche bravi, ma non mi piace quando il fast fashion fa copie dei grandi marchi. Tutti devono rispettare l’etica del lavoro, dell’ambiente e del settore". Perchè si continua a non far sfilare donne più formose?

"Questo è un problema e bisognerebbe fare qualcosa. Se fai questa domanda a uno stilista ti risponde che l’abito indossato da una donna magra vive in un altro modo. Può essere diseducativo lo capisco, ma comprendo anche la mente dello stilista che crea immaginando già l’indumento indossato da una figura eterea".

È una celebrità del settore da oltre quarant’anni, qual è il segreto?

"Ho cominciato dal niente contro tutto e tutti, e i primi due anni sono stati tristissimi, ma la passione, l’entusiasmo, la voglia di comunicare emozioni e il carisma mi hanno aiutato molto. Sto già pensando al compleanno dei cinquanta, sarà una festa per tutti gli aretini".

Bellezza e amore è il concept che ha scelto per Première, evento di Oroarezzo che ci sarà tra pochi giorni.

"La bellezza mi ha sempre guidato, per me è una passione e una sensibilità, l’amore è un sentimento che vince su tutto. In un momento storico così brutto, è un tema che mi è venuto naturale. Capire come tradurre i sentimenti in oggetti è la sfida dell’arte".

I suoi progetti benefici in Africa?

"Ultimamente, ho aiutato a dotare di bagni un istituto in cui sono ospitati cinquecento bambini e a realizzare un campo da calcetto a Makobeni, in Kenya. Un luogo poverissimo e, nonostante tutto, questi ragazzini hanno una felicità interiore spiazzante, sempre sorridenti, mi ha colpito molto".

Cos’è la felicità?

"In questo periodo sono più malinconico che felice. Non sono certo i soldi, tutt’altro, la felicità è vivere libero e sereno".