
Foiano Book Festival dedicato oggi ai Premi Strega e alla musica. Alla rassegna, organizzata dal Comune di Foiano della Chiana con la collaborazione di Officine della Cultura, arrivano Francesco Piccolo (ore 17), Tiziano Scarpa (ore 18) e The Gang, una delle più importanti band della storia musicale del nostro paese, guidata dai fratelli Sandro e Marino Severini (ore 21). Musica e letteratura, connubio realizzato spesso dalla band anche attraverso collaborazioni con scrittori come Erri De Luca e Tom Robbins: "Ci tengo a precisare - racconta Marino - che noi portiamo le canzoni e, soprattutto quelle popolari, contengono anche la musica. Nel senso che sono fatte anche di poesia, teatro, pittura, letteratura, storie e molto altro. Le canzoni sanno contenere moltitudini, per dirla con Whitman".
Scrivere "Quel giorno Dio era malato" che esperienza è stata?
"Per usare una metafora direi un’esperienza ‘atletica’ posso dire che se con la canzone ero solito fare i cento metri, con il libro ho fatto una maratona. Ho cercato di scrivere, come si fa con una partitura musicale, una sorta di trama usando le infinite storie incontrate lungo le strade dei Gang".
Avete attraversato fasi e rivoluzioni della musica italiana. Cosa vi manca del passato?
"Manca, e non solo a noi, la scena. Quella non la fanno soltanto i musicisti, ma la si fa insieme a chi apre un locale, a chi crea una fanzine, a chi organizza un concerto o un festival, a chi apre un negozio di dischi, a chi trasmette in una radio. Questo circuito animato da una sorta di ‘controcultura’, come si diceva una volta, oggi manca e lascia un vuoto tutto da riempire nuovamente".
Come?
"Credo che occorra ripartire dai luoghi, quelli dove i musicisti si mescolano col pubblico e diventano un tutt’uno. Luoghi di ispirazione, socialità, di vita comune".
E della musica italiana oggi cosa le piace?
"Non sono molto attratto o incuriosito da quel che viene prodotto oggi. In gran parte la trovo un ‘fichettume belante’ che rispecchia la decadenza di un Paese come il nostro".
Si ricorda della partecipazione ad Arezzo Wave?
"Erano i primi passi dei Gang più picareschi, andavano su e giù per le strade d’Italia per cercare una nuova appartenenza. Nell’89, la prima volta, suonammo alla Fortezza Medicea, qualche anno dopo suonammo sul palco con la Banda Bassotti. Conservo con cura quei ricordi".
Anche i festival sono diventati un ricordo.
"Allora, invece, ce n’erano molti e tutti nascevano nella provincia italiana: Arezzo, Giulianova, Umbertide, addirittura Roccascalegna e molti altri. La provincia divenne protagonista di un grande Rinascimento controculturale da cui nacquero molti gruppi musicali, compreso il nostro".
E, la vostra nuova "missione" a che punto è?
"La missione è compiuta! È la quarta volta che veniamo supportati dalla forza della comunità attraverso un crowfunding che ci permette di liberare dal giogo dei padroni della musica alcune nostre canzoni e riportarle a casa. Una importante dimostrazione di fiducia, stima e rispetto reciproci che darà vita all’album ‘Fra silenzi e spari’"
Quando uscirà?
"Da metà novembre sarà spedito ai produttori, i partecipanti al crowfunding e poi distribuito da inizio 2024".