REDAZIONE AREZZO

Fibroscan, il nuovo gioiello della diagnostica è stato donato alle Malattie Infettive del San Donato

Il dispositivo permette di definire la fase di sviluppo delle malattie croniche del fegato monitorandole e riducendo l’utilizzo della biopsia epatica solo in casi selezionati

La donazione dello strumento

La donazione dello strumento

Arezzo, 4 agosto 2025 – Si chiama Fibroscan il nuovo strumento diagnostico arrivato nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Donato di Arezzo diretto dal dr. Danilo Tacconi.

A donarlo il Calcit Arezzo insieme a nove imprenditori aretini (Metella Ricciarini, Roberto Alboni, Aon srl, Cobat srl, Chimera Gold srl, Chimet Spa, Lucos srl, Raetech srl, Sim Green srl) per un valore complessivo di 48 mila euro. Si tratta di uno strumento diagnostico che utilizza gli ultrasuoni per analizzare la rigidità o elasticità del fegato, che è un marcatore di fibrosi epatica, e quantificare la steatosi, cioè il fegato grasso.

«Più c’è fibrosi nel fegato più alto sarà il valore di rigidità e maggiore sarà il danno epatico, e più steatosi c’è nel fegato (cioè più grasso è il fegato) più alto sarà il valore che rileverà la macchina quantificando il grasso presente all’interno dell’organo – spiega la dr.ssa Laura Emma Lapini medico infettivologo e responsabile UOS Ecografia Malattie Infettive San Donato Arezzo -.

È uno strumento importante che, insieme all’ecografia tradizionale, permette di effettuare valutazioni più approfondite nel fegato, in modo non invasivo. Se infatti l’ecografia ne permette uno studio morfologico, il Fibroscan documenta e quantifica la fibrosi e la steatosi. Questo tipo di studio del tessuto epatico, prima dell’avvento di questo tipo di macchinari, veniva fatto con la biopsia che adesso è, invece, utilizzata soltanto in casi limitati».

Il Fibroscan è indicato nello studio e monitoraggio delle epatiti croniche virali (da virus B e C), autoimmuni, da abuso di alcool, nella cirrosi per valutare il rischio di complicanze, nei pazienti con persistente rialzo delle transaminasi e/o gammaGT, nel monitoraggio del fegato in pazienti che assumono farmaci che, nel tempo, possono arrecare danno epatico ed infine nella steatosi epatica (fegato grasso). L’esame viene eseguito dall’equipe medica della UOC Malattie infettive nell’ambulatorio ecografico del reparto.

«La steatosi epatica, frequentemente associata a sovrappeso, obesità, diabete, dislipidemia - aggiunge la dr.ssa Lapini - è un quadro sempre più frequente e purtroppo molto spesso sottovalutato. Non tutti sanno, infatti, che nel 25% circa dei casi, nel tempo, la steatosi medio-severa può avere una evoluzione fibrotica fino ad arrivare alla cirrosi epatica e al tumore al fegato.

Per questo è importante, una volta diagnosticata e determinato lo stadio di sviluppo della steatosi epatica, consigliare al paziente una correzione del proprio stile di vita attraverso una dieta adeguata, attività fisica e limitazione di bevande alcoliche, ricontrollando poi il quadro epatico a distanza di tempo anche grazie all’impiego del Fibroscan».

«Ringrazio il Calcit e gli imprenditori che hanno scelto di donare questo importante apparecchio al reparto del dr. Danilo Tacconi, e che permette ai nostri operatori sanitari di fare un ulteriore salto di qualità nella diagnosi e trattamento delle patologie epatiche – dichiara Marco Torre, Direttore generale Asl Toscana Sud Est –. Un gioiello della diagnostica che va a sostituire quello in dotazione al reparto ormai datato».

«Questa donazione dimostra ancora una volta l'attenzione che gli aretini hanno verso il proprio Ospedale – dice Giancarlo Sassoli, presidente Calcit Arezzo – e allo stesso tempo è una conferma dell’apprezzamento verso gli operatori sanitari. Il Calcit ha raccolto la volontà del gruppo di donatori ed insieme, grazie ai loro contributi, abbiamo dotato il reparto di malattie infettive di uno strumento innovativo ed estremamente utile per diagnosticare e trattare patologie epatiche».