
Sul fronte dei numeri, luglio ha dato soddisfazioni con un punto percentuale in più di occupazione rispetto al 2024
di Serena Convertino
AREZZO
Il Ferragosto aretino somiglia, almeno in parte, ai tempi pre-Covid. A spiegarlo è Michele Passalacqua, referente degli albergatori di Confcommercio per la provincia di Arezzo. Sotto analisi, il quadro delle prenotazioni e un primo bilancio dell’estate ormai agli sgoccioli.
"Quest’anno – spiega – nelle grandi strutture, quelle con molte camere, il tasso di occupazione per Ferragosto si aggira intorno al 50%. È un dato basso rispetto al 2024. Lunedì scorso Booking segnava un 75%, ma questo è indicativo di un riempimento delle strutture più piccole, con poche camere, e degli agriturismi".
Complice la stagione sempre più calda, gli arrivi si concentrano soprattutto nelle aree di campagna popolate da agriturismi e resort. In città va avanti meglio chi ha, nella propria struttura, almeno una piscina. "In piena estate- spiega Passalacqua- fa la differenza. Però il caldo non è un fattore solo aretino: quando si parla di città d’arte con 40 gradi, il discorso vale per tutti".
Il mercato resta legato soprattutto agli italiani, "che sono ancora lo zoccolo duro ad agosto. Solo ad Agosto c’è una leggera crescita di stranieri, ma il calo di turisti americani quest’anno si sente, complice la situazione geopolitica internazionale. Il target, per il resto, rimane sostanzialmente invariato".
I fattori esterni pesano, ma la permanenza media resta una sfida: "Siamo ancora una destinazione da due notti in media. L’andamento è migliorato rispetto al passato, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. Gli agriturismi, ad esempio, vendono pacchetti da minimo cinque notti. La nostra vocazione è culturale e legata agli eventi, ma non è facile proporre attività che rendano piacevole restare in città sotto il sole estivo".
Sul fronte dei numeri, luglio ha dato soddisfazioni: "Un punto percentuale in più di occupazione rispetto all’anno scorso e un leggero aumento del prezzo medio per camera. I gruppi sono saliti dall’8% al 14% quest’anno. Personalmente, ho riempito l’hotel il 15 agosto solo tre o quattro giorni prima, complice anche il meteo".
E per il 7 settembre, data del Saracino, le aspettative restano basse: "Non è un evento che traina gli arrivi. I biglietti in piazza vanno in gran parte- giustamente- agli aretini e il pubblico esterno non è sufficiente a riempire gli hotel. Inoltre, i visitatori scelgono spesso alloggi alternativi nel centro storico, prima che le prenotazioni arrivino alle strutture alberghiere".
Guardando avanti, Passalacqua individua una direzione: "Sono convinto che sia fondamentale promuovere le esperienze e l’unicità della nostra città. Dobbiamo valorizzare ciò che possediamo e che può regalare emozioni indimenticabili a chi lo vive, mantenendo intatta la nostra autenticità e, anzi, esaltandola".