
Feri, il sax che buca la rianimazione. Nuova canzone dell’ex primario. Dramma dei bambini in salsa reggae
Suona il sax contralto come Charlie Parker ma per lui l’unico bebop resta il suono della sala di rianimazione. Eppure quel sax sa strappare il cuore. È la storia di Marco Feri, primario di terapia intensiva per anni e lungo la trincea del Covid, per questo lui come i colleghi allora nominato aretino dell’anno. Oggi è in pensione ma solo in apparenza. Condisce i turni serrati della Misericordia con le sue passioni, in testa la musica. Ha lanciato una nuova canzone, "Al mare". Un ritmo sul filo del reggae, un testo profondissimo, anche se mascherato da musica leggera. "Volevamo trasmettere il dramma dei bambini migranti e attraverso loro quello dei tanti piccoli travolti dalla storia, guerre in testa". E invece di farlo con un sottofondo da de profundis scelgono un ritmo accattivante per catturare l’attenzione di chi ascolta. Insieme, perchè con Feri c’è il gruppo di "Medici e musica", un dream team che passa agilmente dal bisturi al sax o al microfono. L’arrangiamento è di Paolo Angori, cardiologo, la voce è di Katia Barrella, ostetrica e cantante. L’effetto è folgorante, come era stato alla fine del tunnel Covid con "I woke up", il risveglio dalla pandemia del loro primo, ormai celebre pezzo. "Suono il sax come posso, ho cominciato a 60 anni, prima strimpellavo la chitarra". Si era esibito davanti al San Donato, all’inaugurazione della statua in ricordo delle vittime Covid."Un’idea nel cassetto da un paio d’anni: ne abbiamo voluto fare un pezzo in omaggio a chi muore negli sbarchi e a tutti i bambini travolti dalla storia". Perfezionista come da primario, insieme ai colleghi ha corredato il brano con una veste grafica che parte con la lunga scia di una nave e arriva alla sostanza a piccoli passi: un bambino che mangia il mango, la sabbia, la mamma sul barcone, le urla che non distingui. "Il reggae è la musica dei popoli in cammino", spiega. Ma non da soli perchè una serie di linee si incrociano e disegnano i movimenti che nella storia hanno coinvolto tanti popoli, compreso il nostro, per portarli lontano dalla loro terra. "Dammi la mano e aiutami a scendere, prendimi in braccio non voglio cadere".
Le parole seguono il ritmo e il dramma, il naso che fiuta il mango diventa quello al quale manca l’aria, la vacanza vira nella paura di essere ingoiato da quel mare. Tutto per solidarietà: non fanno musica per mangiare, ma per pensare e divertirsi. "Sto valutando di farne una versione karaoke". Magari da ballare nelle piazze dell’estate: prima uscita a Tavernelle, a Cortona dove si erano già testati in una sorta di commedia musicale. Con Feri e Angori oltre a Katia Barrella anche Lenny Graziani, Francesco Diodato, Marco Margiotta. Medici in musica, leggera, anzi leggerissima.
Lucia Bigozzi