LUCIA BIGOZZI
Cronaca

“Rischieremo il carcere per il bimbo”. Due padri e un figlio, la sentenza: spiraglio per il rientro in Italia

La Consulta ha aperto la strada alle doppie mamme: un varco nel quale altre coppie si stanno gettando. L’avvocato: “Al centro c’è l’interesse dei piccoli, può valere anche per loro”. Ma tornando scatta l’arresto

Dopo la sentenza della Consulta si apre uno spiraglio anche per due papà aretini di un bimbo nato a febbraio negli Stati Uniti

Dopo la sentenza della Consulta si apre uno spiraglio anche per due papà aretini di un bimbo nato a febbraio negli Stati Uniti

Arezzo, 28 maggio 2025 – “Li ho sentiti, ci penseranno. Certo è che la sentenza della Consulta apre uno scenario completamente nuovo perchè al centro c’è la tutela del bambino”. È il figlio nato a febbraio dopo la gestazione portata avanti da una donatrice per conto di una coppia aretina formata da due uomini, Andrea e Simone (nomi di fantasia) che nel 2022 hanno celebrato l’unione civile e un anno fa hanno scelto di essere genitori “realizzando un progetto a lungo meditato e condiviso con le rispettive famiglie di origine che li hanno sostenuto anche economicamente”, spiega Gianni Baldini, avvocato aretino, un lungo cursus professionale nel campo della fecondazione assistita, docente di Biodiritto agli atenei di Firenze e Siena .

Il viaggio in California, il percorso in un centro specializzato, la fecondazione dell’ovulo della donatrice anonima da parte di uno dei due uomini, la disponibilità alla gestazione di un’altra donna secondo i criteri fissati dallo stato americano, sono i passaggi affrontati dalla coppia aretina. Un iter vietato in Italia, con la legge Varchi che prevede l’arresto e una sanzione da 600mila a un milione di euro. I due papà aretini vivono e lavorano stabilmente in America: il bimbo sta bene e la loro vita ha preso un nuovo corso.

Ora potrebbe aprirsi uno spiraglio per il rientro in Italia con la sentenza della Consulta che sul caso delle due mamme lucchesi ha riconosciuto “la piena legittimità del riconoscimento automatico di due mamme come genitori, a seguito di una eterologa eseguita all’estero” spiega Baldini per il quale la Suprema Corte “ha dichiarato illegittima la parte della legge 40 laddove non prevede l’automatica attribuzione dello status genitoriale anche a due mamme, così come avviene nel caso di una coppia formata da un uomo e una donna”.

Secondo il legale i giudici hanno introdotto “una innovazione enorme, perchè a prescindere dal fatto che l’eterologa tra due donne in Italia non si possa fare, così come non si può fare la gestazione per altri, ovvero che due uomini diano l’incarico a una donatrice di portare avanti la gravidanza, il punto chiave è uno solo: non viene valutata la condotta dei genitori, bensì diventa centrale l’interesse del bambino, perchè esiste il suo diritto all’identità personale che va tutelato”. E a questo punto il collegamento con il caso dei due babbi aretini scatta in automatico: “Se vale per due mamme, perchè non anche per due papà?”. Resta tuttavia il passo fondamentale al quale la coppia aretina è chiamata per innestare il percorso: tornare in Italia, sottoporsi alle misure previste dalla legge, compreso il rischio del fermo in aeroporto. “Solo successivamente impugneremo di fronte al tribunale di Arezzo l’eventuale decisione e solleveremo la questione alla Corte Costituzionale, richiamando il pronunciamento sulle due mamme”. La strada è tracciata, ma l’Italia è ancora lontana nei pensieri dei due babbi aretini.