
di Salvatore Mannino
La guerra (ammesso che tale si possa chiamare, con tutte le perplessità del nostro Camillo Brezzi) è quasi finita. Eh sì, i numeri ufficiali che suggellano questa settimana, la solita, da giovedì a giovedì, è una sorta di Bollettino della Vittoria, costato peraltro lunghi mesi di lacrime e sangue, sacrifici e perdite per oltre 400 vittime. Le dimensioni belliche sono lontana ma mai in tempo di pace una singola causa aveva provocato altrettanti morti. Brutto, terribile, spaventoso ma A ’ nuttata di Eduardo sta passando: ai dati di ieri restano solo quattro comuni sopra la soglia dei 50 casi per 100 mila abitanti che vale la zona bianca. I tre distretti sociosanitari sono tutti sotto, lo stesso vale per la provincia, che per la seconda volta da gennaio scende sotto la media toscana: 24 contagi per 100 mila residenti, la metà della quota che significa promozione. Era da agosto 2020 che non si vedevano cifre così promettenti.
Un quadro confermato anche dal quotidiano bollettino della Usl: appena 14 positivi, dodici dei quali concentrati nelle fasce più giovani, dai 18 ai 50 anni, con i casi degli over 50 ridotti appena a due. Pare anche questo un risultato della campagna vaccinale che ha messo al sicuro le classi d’età a maggior rischio, anche se ieri c’è stato un netto colpo di freno: meno di 2 mila iniezioni in 24 ore. Anche l’ospedale San Donato, a lungo la principale trincea anti-virus, si sta svuotando: 8 ricoverati in area Covid (e nei momenti critici ce ne sono stati anche più di cento), altri 8 in terapia intensiva. Per la prima volta i posti letto occupati ad Arezzo sono gli stessi di Grosseto, l’altro grande ospedale della Usl sud-est. Anche questo è un segnale.
Ma torniamo ai numeri settimanali. Sopra soglia (la famosa quota 50) restano Sestino (uno dei quei centri minuscoli in cui basta un positivo a far esplodere statisticamente i dati), Sansepolcro, San Giovanni e Monterchi. Tutti però sotto i 100 contagi per 100 mila abitanti, un livello che appena un mese fa pareva impensabile. Due città importanti come il capoluogo della Valtiberina e la seconda del Valdarno restano dunque sotto osservazione (blanda, lontana dall’allarme) mentre i numeri degli altri centri maggiori sono già da smobilitazione progressiva: 26 casi per 100 mila a Bibbiena, 25 nel capoluogo, addirittura 8 a Montevarchi e 5 a Cortona. Quasi niente per chi si volta indietro verso il periodo più difficile. Tutti e tre i distretti socio-sanitari (e anche questa è una prima volta) sono da zona bianca (una settimana fa uno solo). Un po’ affannato solo l’Arezzo-Valtiberina-Casentino che soffre dei numeri ancora difficili della seconda vallata, il Valdarno è alla metà della soglia, la Valdichiana addirittura a un terzo .
La ritirata precipitosa del Covid consente all’intera provincia di attestarsi a quel 24 per 100 mila che è una quota di tutta sicurezza. E non ci sarà neppure bsogno di aspettare le tre settimane previste dalle regole nazionali. I numeri che contano sono quelli regionali, già sotto soglia da sette giorni fa. Quindi il 21 giugno anche Arezzo entra di filata in zona bianca, senza più coprifuoco, nemmeno a mezzanotte. E’ un traguardo simbolico, la fine di un incubo che a un certo momento sembrava essere diventato la normalità.
Mai, del resto, l’intero territorio di Arezzo era stato quinto nella graduatoria toscana, superato da Grosseto, che ora è la maglia nera, da Prato, che abbandona la posizione peggiore e scende sotto 50, da Firenze e Pistoia. Comincia un "dopoguerra" in cui conta soprattutto la ricostruzione, non fisica, ma economica e morale.