LUCA AMODIO
Cronaca

È il giorno del ricordo. L’omicidio Petri rimane una ferita che non si rimargina

Questa mattina arriverà in paese anche sottosegretario Molteni. La giornata si apre a Cortona nel parco intitolato all’agente. Sarà presente come ogni anno la moglie del sovrintendente Polfer.

È il giorno del ricordo. L’omicidio Petri rimane una ferita che non si rimargina

È il giorno del ricordo. L’omicidio Petri rimane una ferita che non si rimargina

Castiglion Fiorentino e Cortona ricordano Emanuele Petri, il sovrintendente capo della Polizia di Stato ucciso dai terroristi delle nuove Brigate Rosse 21 anni fa.

La giornata di cerimonie si aprirà alle 9 a Cortona, nella frazione di Camucia, nel parco intitolato a Petri, in un momento in cui tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.

Dopo i saluti delle istituzioni, Comune di Cortona, Prefettura e Questura di Arezzo, verrà deposta una corona al monumento dedicato al sovrintendente medaglia d’oro al valor civile così come verrà fatto a Castiglion Fiorentino alle 10,30 dove proseguiranno le iniziative: qui, oltre ai rappresentanti della comunità castiglionese, sono attesi anche il sottosegretario agli Interni, Nicola Molteni e il Prefetto Renato Cortese, direttore centrale per la Polizia stradale e ferroviaria. Sarà presente, come sempre in occasione delle celebrazioni, Alma Petri, moglie della sovrintendente della Polfer che ogni anno con il suo ricordo e la sua testimonianza tiene vivo il ricordo del marito, anche nelle scuole dove da tempo incontra i giovani studenti.

"Parteciperò a Castiglion Fiorentino alla commemorazione. ‘’Porterò la mia vicinanza e quella del governo alla vedova ed al figlio, anche lui agente di polizia, rinnovandogli il senso di gratitudine nei confronti del coraggio dimostrato dal loro familiare", spiega Molteni.

"Ai servitori dello Stato come Petri, che hanno pagato con la vita il compimento del proprio dovere, deve andare la nostra più convinta riconoscenza: le istituzioni e la nostra democrazia, hanno resistito e sconfitto chi voleva distruggerle grazie al valore e all’abnegazione di tanti uomini e tante donne delle nostre forze dell’ordine, disposti a sacrificarsi per difendere la legalità, le regole dello Stato di diritto e la pacifica convivenza della nostra società", prosegue il sottosegretario. Era il 2 marzo del 2003.

Quel giorno Petri durante un apparente controllo di routine nel regionale Firenze-Roma si accorse di avere tra le mani due documenti falsi: appartenevano a Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, capi delle nuove Br.

I terroristi si accorsero dei dubbi dei poliziotti e tirarono fuori le armi. Galesi sparò a Petri e partì una sparatoria. Petri perse la vita mentre il treno stava sostando alla stazione di Castiglion Fiorentino. L’agente Fortunato, di turno insieme a Di Fronzo, rimase ferito ma si salvò. Galesi morirà poco dopo, mentre Desdemona Lioce viene arrestata.

Il materiale di quest’ultima si rivelò fondamentale per le indagini successive: grazie ai suoi documenti poi sequestrati gli investigatori riuscirano, a risalire all’identità del gruppo terroristico responsabile degli omicidi dei giuslavoristi Biagi e D’Antona.