
"Domani ci pagano" e scatta la festa Tamburi e fumogeni all’annuncio Fischi al Cda, ovazione per gli inglesi
"Braviiii": gli inglesi raramente sono profeti in patria, almeno nella nostra. Ma stavolta si godono il trionfo con gli interessi. Escono all’esterno ed esplode la ola sulla "curva tribunale". Un applauso incessante, i tamburi suonati a ripetizione, i fumogeni a lanciare i loro segnali verso il cielo. E’ forse la prima standing ovation ad un fondo, una realtà economica sempre un po’ disincarnata: ed è lì, nella festa della Fimer. I rappresentanti del mondo McLaren si guardano intorno stupiti: e non fanno caso che in parallelo scoppiano i fischi per il Cda. Il presidente Giovanni Varriale, che almeno ci mette la faccia e alla fine ha guidato la nave verso il porto voluto da tutti, fa un’espressione timida, come chi non si aspettasse di finire nel coro delle proteste.
Ma l’applausometro è implacabile dalle parti del tribunale. Pochi minuti prima la delegazione dei colleghi era uscita a braccia levate. Era il segnale che tutti aspettavano da oltre un’ora. Una scossa, che parte dall’ultimo gradino all’ingresso delle aule e arriva al primo della "curva".
Un attimo ed ecco i sindacalisti annunciare la buona novella al megafono. Beh, anche questo abbastanza anomalo, almeno sul filo dei vangeli. Prima Tracchi, poi Nacci e con un pizzico di delicatezza in più Ilaria Paoletti annunciano che i giochi sono fatti.
Ed è rosso il cielo sopra il tribunale: il rosso dei fumogeni, quelli di venerdì erano blu, forse anche in questo un pizzico di presentimento positivo c’era. "Domani saranno pagati gli stipendi". Basta la parola. E alzi la mano chi a stecchetto da settimane non si sarebbe commosso come Tiziana. Tiziana Zaccari, guida la ola con le amiche dai primi scalini del tribunale.
"Siamo tutte – spiega – nella stessa condizione: quello stipendio per ciascuna di noi è l’unica fonte di reddito". Sono sei, si stringono giustamente come ad un gol della squadra amica. In un balzo di umore palpabile rispetto a quello che si respirava all’inizio dell’attesa.
"Avevamo letto di un accordo fatto e di una schiarita: ma quando passi in una bufera così fai fatica a credere di avercela fatta". Anche se l’annuncio arriva dalla stessa Nazione? "Sì" rispondono con una franchezza ineguagliabile e che sana qualsiasi permalosità giornalistica.
Intorno a loro gli applausi inseguono gli applausi, i commenti i commenti. "Indicavamo questa strada da mesi, poteva arrivare molto prima se ci avessero ascoltato: ma a questo punto il passo è fatto" commenta per la Cgil Alessandro Tracchi. "Ora dobbiamo stare attenti" è il mantra generale, stavolta affidato al sussurro e non al megafono di Ilaria Paoletti della Cisl. "E una buona notizia: speriamo solo non arrivino altre docce fredde" riparte Samuele Nacci della Uil. Davanti al freddo della crisi i sindacati parlano, anzi cantano, con una sola voce. "Ma quante volte ci avevano promesso di pagarci lo stipendio" dice diffidente uno degli operai, fresco di delegazione in aula. Mentre inizia l’attesa della sentenza del tribunale: è scontata ma nel clima di scaramanzia anche quello è un passaggio non da poco.
Erano arrivati da Terranuova intorno alle 11: la partenza dal piazzale della Fimer era fissata alle 10, ma poi il quarto d’ora accademico vale per tutti. E avevano ripreso i loro posti sulla curva tribunale, quelli lasciati venerdì. Quando forse, grazie allo sciopero, c’era qualche decina di operai in più: ma anche chi manca seguiva febbrilmente dall’azienda. All’annuncio al megafono segue un fiume di Whatsap, in tutte le direzioni.
Uno dei primi deve essere partito per Firenze. "Sarà il giudice ad esprimersi nei prossimi giorni ma ora sappiamo che l’alternativa al fallimento c’è e con essa la possibilità di riscrivere una storia nuova per un’azienda che ha mercato e potenzialità enormi". Parola di Valerio Fabiani, consigliere del governatore Giani per le grandi crisi. Che unisce idealmente il suo applauso: perfino agli inglesi.
Alberto Pierini