DIEGO D’IPPOLITO
Cronaca

Dagli aratri ai tornelli per il Jfk di New York

Emiliano Rinaldi racconta la ’sua’ Saima: "Mio padre entrò come operaio ma fu geniale". Prima la ’bussola’ per le banche, poi i sistemi di sicurezza

di Diego D’Ippolito

"Una volta era un’azienda che produceva aratri, oggi alcuni dei nostri sistemi di sicurezza sono all’aeroporto Jfk di New York". Emiliano Rinaldi è l’ingegnere delle idee: la sua vena creativa lo ha portato a riscuotere importanti successi nel campo della moda. Oggi ha deciso di affiancare padre e fratello alla guida di un’azienda che solo ad Arezzo dà lavoro a 200 famiglie: la Saima di Indicatore che ha come core business la produzione di varchi automatici di accesso ad aree che richiedono elevata sicurezza e gestione controllata dei flussi di transito.

Rinaldi, tutto inizia alla fine degli anni 70, lei non era neppure nato...

"La Saima era una fabbrica che produceva aratri. Mio padre entrò da operaio, ma lui è un vulcano di creatività e come nelle migliori storie italiane ha scalato l’azienda e l’ha rilevata insieme ad alcuni soci".

Non solo per continuare a produrre aratri...

"Di sicuro quello era un mercato in dirittura di arrivo e mio padre ha avuto la visione di riconvertire completamente l’azienda dopo aver brevettato quella che comunemente si chiama ’bussola’ anti rapina per le banche e che oggi vediamo nel 99% degli istituti di credito".

Come è nata l’idea?

"Negli anni 80 l’Italia viveva un grande boom economico, circolava molto denaro contante e le banche erano spesso sotto attacco. Il fenomeno delle rapine era in ascesa. La necessità era di mettere in sicurezza gli istituti e ci voleva un’idea nuova".

E voi l’avete trovata...

"A quel punto è stato definitivamente messo da parte l’aratro e l’azienda è diventata Saima sicurezza".

Da lì, il boom?

"Le banche chiedevano sempre di più sistemi di sicurezza e l’azienda ha iniziato a raddoppiare ogni anno il fatturato. Sono stati anni di grande sviluppo, oggi abbiamo oltre ai 200 dipendenti nella sede di Indicatore, 300 tecnici che costituiscono la nostra rete di manutenzione in tutta Italia. Non sono solo numeri per noi, ma storie di persone che spesso lavorano alla Saima da sempre e che della nostra azienda sono il cuore pulsante".

In parallelo, oltre alla sicurezza, avete esplorato nuovi settori?

"Abbiamo dato vita alla Saima Meccanica dove produciamo cabine di verniciatura per le carrozzerie, un settore nel quale siamo nel podio dei leader mondiali: esportiamo l’80% della produzione in tutto il mondo".

Avete bussato alla porta degli States...

"Abbiamo aperto da poco un ufficio e assunto due manager negli Stati Uniti. Siamo già molto presenti ma vorremo fare un passo in avanti. E poi ci sono mercati del tutto nuovi da esplorare come quello africano dove mi reco spesso.

Dalle "bussole", siete andati avanti con nuove soluzioni per la sicurezza...

"Nel corso degli ultimi dieci anni abbiamo investito su un’altra serie di sistemi di controllo accessi, dai tornelli per gli stadi ai varchi pedonali. I nostri varchi sono in grado di eseguire controlli facciali, badge, passaporto e ora anche del Green pass. Abbiamo però voluto fare qualcosa in più e che ci caratterizzasse".

Ci racconti...

"Noi siamo molto orgogliosi di essere aretini e, ovviamente italiani: per questo i nostri prodotti oltre che tecnologicamente all’avanguardia devono avere un design che ci rappresenti. Abbiamo da poco sviluppato una serie di dispositivi di sicurezza, in collaborazione con Pininfarina, che mette insieme tutto ciò che sognavamo: la tecnologia e la bellezza".

Dove sviluppate le vostre tecnologie?

"E’ tutto concepito e sviluppato dal nostro ufficio ricerca e sviluppo che è formato da venti persone prevalentemente della provincia di Arezzo. E’ davvero un fiore all’occhiello di cui andiamo estremamente fieri, periodicamente arrivano tirocinanti da tutto il mondo per portare nuove influenze nella nostra produzione".

E’ così semplice trovare le professionalità che cercate?

"Per ora siamo stati in grado di fare un importante ricambio generazionale con l’ingresso di nuove menti brillanti e poi coltiviamo nuove leve per il futuro attraverso una partnership con la Provincia all’interno del Polo Universitario".

E proprio con l’Ente è nata un’altra partnership...

"Esatto. Partiamo dall’inizio: nella prima fase della pandemia abbiamo sviluppato un sistema per la sanificazione dell’aria su richiesta delle banche che in noi ripongono fiducia per soluzioni innovative. Poi i nostri prodotti sono piaciuti anche al mondo della sanità ed infine a quello della scuola grazie alla Provincia che gestisce gli istituti superiori. Ad oggi abbiamo installato 1500 dispositivi in tutta Italia, molti anche negli istituti scolastici aretini, ma abbiamo un altro obiettivo ambizioso...".

Quale?

"Il prossimo step sarà riuscire a sviluppare per le scuole un sistema di monitoraggio della Co2 e di ricambio aria".

A quanto si può vedere dall’esterno, Saima in questi ultimi anni ha saldato ancor più i legami con il territorio...

"Sì perché credo moltissimo nelle partnership con le Istituzioni locali, ma anche con le aziende del territorio, superando la logica della competizione. Pensi che molte ditte, prima concorrenti oggi sono partner".

L’unione spesso è una carta vincente.