SONIA FARDELLI
Cronaca

Da rifugiato a campione. Una storia di riscatto: così il giovane Asad sale sul podio più alto

Un’accoglienza che testimonia la solidarietà dei casentinesi . Il ragazzo ha 16 anni ed è arrivato in vallata da poco tempo. Lo sport è la chiave dell’integrazione. Vince il titolo italiano di taekwondo.

Un’accoglienza che testimonia la solidarietà dei casentinesi . Il ragazzo ha 16 anni ed è arrivato in vallata da poco tempo. Lo sport è la chiave dell’integrazione. Vince il titolo italiano di taekwondo.

Un’accoglienza che testimonia la solidarietà dei casentinesi . Il ragazzo ha 16 anni ed è arrivato in vallata da poco tempo. Lo sport è la chiave dell’integrazione. Vince il titolo italiano di taekwondo.

di Sonia Fardelli

Giovane rifugiato vince i campionati italiani di taekwondo. Una storia di accoglienza che testimonia la capacità dei casentinesi di darsi da fare per gli altri. Asad è arrivato in Italia poco più che 14enne, accompagnato dal padre, ed è stato subito accolto nel progetto Sai dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino.

I primi mesi nel nostro paese non sono stati facili per il giovane Asad: il trauma subìto, l’angoscia per la madre e i fratelli rimasti nel paese di origine. Ad aiutare il giovane ad alleviare la sua sofferenza è arrivata una palestra della Four Kicks. Entrato timidamente nel tatami, Asad è riuscito a veicolare rabbia e sofferenza trasformandole in opportunità: mesi di costanza e allenamento hanno permesso al giovane di vincere il campionato italiano under 16. Lo sport è stata per questo giovane la strada giusta, insieme all’accoglienza che gli ha dato tutta la popolazione casentinese, per provare a superare le sofferenze contro le quali un giovane rifugiato si trova a lottare tutti i giorni. A centrare l’importante obiettivo ha contribuito la stretta collaborazione tra enti e istituzioni del territorio, Arci Toscana che gestisce il progetto e l’Asd Four Kicks, che hanno aiutato il giovane rifugiato a raggiungere un importante sogno lontano dagli scenari della guerra.

"E Asad non è il solo a cercare una strada verso un futuro più sereno – dichiara Federico Lorenzoni presidente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino – Insieme a lui ci sono i 27 ospiti del progetto Servizio di Accoglienza e Integrazione del nostro territorio: uomini, ragazzi e famiglie che ogni giorno fanno un piccolo passo avanti verso l’integrazione e l’indipendenza, attraverso il lavoro, la formazione e la scuola di italiano. Persone che tutti i giorni s’impegnano per capire la nostra lingua e la nostra complicata burocrazia, uomini e donne adulti che magari prendono per la prima volta carta e penna in mano, imparando a scrivere e leggere una lingua sconosciuta per loro".

Ad alcuni di loro è stata negata la possibilità di frequentare la scuola nel paese di origine, altri magari hanno studiato, sono professori, commercianti, ma tutti hanno in comune una storia dolorosa di migrazione forzata, di abbandono, di un viaggio lungo e sofferente per arrivare in Italia.

"L’opportunità più grande che possiamo dare a queste persone - continua Lorenzoni – è dare loro un luogo sicuro dal quale poter costruire il proprio futuro e riscrivere la loro storia: il Casentino è il luogo che può assicurare tutto questo".

Il progetto Sai è gestito dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino per tutti i Comuni aderenti della Provincia di Arezzo, finanziato da risorse ministeriali, assicura accoglienza e integrazione con l’ausilio di operatori qualificati, per 65 persone che trovano ospitalità nei Comuni di Bibbiena, Pratovecchio Stia, Sansepolcro, Terranuova Bracciolini, San Giovanni, Bucine e Loro Ciuffenna.